sabato 26 febbraio 2011

NONA PROPOSTA AL PGT: INFRASTRUTTURE - Nontrasformazione del territorio

Se ne potrebbe scrivere un libro, e qualcuno prima o poi lo farà.
Paderno soffre, il titolo?
Si, è una città in forte sofferenza e la popolazione si rende sempre più conto di vivere in prossimità di uno snodo viabilistico molto impattante per la salute pubblica.
Mi sento di dire che solo questa consapevolezza dovrebbe far attivare politiche di mitigazione e moderazione rispetto all'edificato ed alla salute dei cittadini.
Senza dilungarmi faccio solo un riferimento a quali sono le strade ed autostrade che interessano il nostro comune:
- SP46 Rho Monza
- A52 Tangenziale Nord
- ex-SS35 Milano Meda, ora SP44
- SP9 Vecchia Valassina o via Erba
- ex-SS dei Giovi - Strada Comasina ora SP44bis
- SP119
Lungo ognuna di queste strade, vuoi per ragioni di mobilità commerciale, vuoi per uno sviluppo senza un governo oggi ci troviamo a percorrerle come fossero città lineari.
Quando i politici parlano di infrastrutture sono sempre a spacciarle come necessarie, quali occasioni di sviluppo, di crescita e di modernità.
Quante balle, oggi si deve risolvere e arginare il problema del collasso dei trasporti, non alimentare la massa tumorale.
E queste infrastrutture è noto che sono il primo passo per urbanizzare il territorio e tante attività che sono pesanti hanno la possibilità di venire insediate anche in contrasto con il PRG/PGT, perchè le autorizzazioni sono e restano di livello provinciale o regionale.
Non è il caso di invertire la tendenza, partendo da dove si sono già superati tutti i limiti?
Paderno soffre, ed è già oltre il limite.
La proposta per il PGT, che in parte è già agli atti con la proposta di interramento della SP46 RhoMonza, è quella di vietare ogni edificazione in corrispondenza delle strade in oggetto, anche estendendo le fasce di rispetto con una regolamentazione locale più ferrea.
Dico questo perchè supportato dagli studi e dalle analisi epidemiologiche che sia il dr. Villa del centro Pediatrico padernese, sia la fondazione di ricerca dell'istituto dei tumori, nella persona del Dr. Crosignani, ci ha fornito.
Una distanza più "sicura" c'è ed è quella di 160 metri circa di distanza dalla fonte lineare di emissione del particolato (la strada in questo caso).
Le fasce di rispetto sono tabellate a seconda della categoria della strada, e in considerazione del fatto che tutte queste strade già oggi sono a livello di saturazione e congestione tali che il monitoraggio dei valori di particolato sul territorio sono ben oltre i limiti normativi, quali azioni si intende adottare con il PGT?
Il Piano di Governo del Territorio deve fornire risposte adeguate.
Allontanare le aree di espansione dalle infrastrutture in quale modo potrebbe contribuire ad allontanare ad esempio altri insediamenti commerciali per la grande distribuzione?

MOBILITA' SOSTENIBILE? Ottava Proposta al PGT

TESTO CORRETTO IN DATA 19 MAGGIO 2011




Come trattare l'argomento senza un riferimento alle condizioni della mobilità, insostenibile!

Siamo tutti consapevoli, e specificatamente nell'area maggiormente congestionata del nord Italia, che il sistema trasporti così com'è non funziona.

E non è per fare retorica, ma storicamente nel nostro paese l'innovazione in questo campo non si è mai vista.

Il Parco Nord Milano, parco regionale, ha al suo interno un campo volo, ossia una avio-superficie. Mi è capitato di leggere sul mensile di informazione della categoria, AL che ha titolo Aeroporti, un articolo il cui titolo è emblematico: Campi volo e aviosuperfici. Una opportunità per il territorio e il paesaggio.

Naturalmente si consumano parole a favore di un sistema di trasporto utile per superare le criticità del trasporto a terra dimostrando che l'alternativa ad un sistema al collasso è quello dell'elicottero.

Si parla del Campo volo di Bresso, ove ha sede l'aeroclub Milano, ma si dimentica della inopportunità di un simile intervento (potenziamento di una aerostazione che più che una risorsa è causa di forte inquinamento acustico per la popolazione residente) all'interno di un'area protetta e comunque densamente urbanizzata ai margini.

Come possa essere l'occupazione (abusiva) del cielo una opportunità per il territorio e il paesaggio l'articolo non lo spiega, anzi si legge: "avvicinare un tema tutto sommato ancora nuovo per il nostro territorio e dalle implicazioni urbanistiche poco esplorate".

Inesplorato, ma opportuno?

Questo è il modo di procedere nel nostro paese, una sperimentazione umana infinita in cui la gente non conta più nulla.

E' per questo che conviene aprire lo sguardo a quello che accade nel mondo sul tema della mobilità, e aprendo il capitolo "mobilità sostenibile" tutti siamo portati ad associare in primo luogo il mezzo di trasporto più (sano) "leggero" che è la bicicletta.

Paderno Dugnano ha una rete ciclabile abbastanza strutturata, ma incompleta, e la peculiarità della città è di vivere per quartieri, molto distanti (Cassina Amata e Calderara ad esempio) tra loro.

Guardiamo a Milano per un attimo.

Tra le varie novità del PGT trovo il progetto di un collega, l'agronomo dr. Sala dello studio LAND, ed è quello dei Raggi Verdi.

Sistemi di connessione del territorio tramite il verde, le ciclopiste e altri elementi di rinaturalizzazione. Milano ha una stratificazione complessa ma sotto il profilo della struttura radiale della città, per similitudine questo è un esempio che potrebbe tornare utile anche a Paderno Dugnano.

Probabilmente il Piano che verrà si presenterà con qualche lotto di piste da realizzare per collegare il centro con i suoi 6 satelliti, e questo in dipendenza del riscontro tangibile dei questionari sul PGT che la Amministrazione padernese ha raccolto lo scorso anno.

Colgo l'occasione per fare alcuni esempi di alternative alla automobile perchè mobilità sostenibile significa anche modalità di spostamento capace di diminuire l'impatto ambientale generato dai veicoli. Quindi dimenticandoci l'elicottero, dimenticandoci dell'automobile cosa possiamo proporre per rendere maggiormente efficiente la mobilità di Paderno?

Mancano i dati sui quali approfondire le dinamiche dei flussi e degli spostamenti e quindi quello che mi sembra opportuno è dare spunti per la mobilità cittadina.


Le alternative potrebbero essere:

1. Pediplan, percorsi protetti a piedi (anche riconoscibili ai ragazzi, esempio di Cinisello Balsamo) che prevedano l'eliminazione delle barriere architettoniche, tracciati e segnalati per agevolare anziani o giovani a seguirne i percorsi

2. Bikeplan, percorsi ciclabili protetti

3. Bike sharing, ossia la creazione di un servizio di noleggio biciclette di proprietà dell'ente comunale

4. Ciclostazioni, che sono stazioni dove prendere a noleggio le biciclette, con parcheggi di attestazione o in prossimità di reti di trasporto principali (ferrovia, metrotranvia, metropolitana)

5. Car sharing, o auto condivisa, ma da un utente per volta

6. Car pooling, che è la condivisone delle auto da parte di gruppi, ad esempio di studenti o lavoratori di una stessa azienda che assieme si muovono con un solo mezzo

7. disincentivi all'utilizzo dell'auto privata


La modalità da studiare è quindi la differenziazione dei servizi della mobilità, ed anche la loro interconnessione.

Tralascio le vere e proprie reti di mobilità locale pubblica, che non vedo adattabili alla città di Paderno (es.: i percorsi meccanizzati), e vorrei però ricordare che, potendone scegliere un modello, esistono biciclette con pedalata assistita che si ricaricano con idonee stazioni di noleggio, la cui energia è garantita da un pannello fotovoltaico, integrato nelle pensiline di parcheggio.

La stessa cosa vale per le utility car a noleggio, che si muovono ad energia elettrica (senza emissioni acustiche e di scarico) e che si ricaricano durante la sosta.

Certo è anche vero che se la banda larga fosse una certezza, alcune attività lavorative o parte di esse si potrebbero svolgere da casa in modo ancor più sostenibile, quindi con l'eliminazione di una percentuale di mobilità insostenibile e congestionamento.




Ho però in mente un'altra idea curiosa per un mezzo di trasporto che rappresenta una mobilità molto sostenibile, ed in un prossimo post ne descriverò i contenuti.

venerdì 25 febbraio 2011

FOTOVOLTAICO: AZZERARE IL DEBITO PUBBLICO



Come mai solo a Paderno citare il termine Fotovoltaico crea un senso di vuoto e silenzio?
Ci rendiamo conto di come si contribuisce al debito collettivo con queste scellerate prese di posizione?
Paghiamo tutti le tasse come sempre e come ogni inizio d'anno, dopo il discorso del Presidente, le notizie sulle abbuffate natalizie ed altre amenità veicolate dai TG nazional-popolari, ci comunicano che ci aspetta una nuova "stangatina" e che dovremmo contribuire sempre più (a coprire le voragini del bilancio dello Stato).
Eppure ad ogni proposta, progetto o azione per migliorare lo status comune ci viene risposto che non ci sono più soldi.
Ma dove diavolo li mettete i soldi dei contribuenti viene da dire?
Allora mi sento di fare una proposta per aiutare l'assessore al bilancio locale per trovare la quadra nei conti della nostra amministrazione.
Niente di "tecnico", ma come sempre, fantasia.

Propongo che venga azzerato il debito verso i fornitori di energia nella città di Paderno per tutti gli edifici comunali. Aprite un bando per concedere i tetti di tutti gli edifici pubblici per installare (per 20 anni, con il conto energia) impianti fotovoltaici con lo scambio sul posto.

Potreste:

a. accedere al mercato delle Co2 (e vendere crediti)

b. azzerare subito il capitolo di spesa relativo ... a quanto ammonta?

c. far realizzare l'investimento a terzi, senza ulteriore esborso di denaro

I soggetti che dovrebbero concorrere potrebbero realizzare impianti anche sovradimensionati rispetto alla necessità del fabbricato che ospiterebbe gli impianti, per garantire la redditività degli operatori stessi. E le bollette degli edifici comunali, a zero!
Questo momento di crisi economica non può che essere utile per attivare strategie per il risparmio energetico e permettendo di orientare meglio la spesa pubblica.
Prego.

SETTIMA PROPOSTA: Seveso Grugnotorto Parco Regionale

Due le grandi "emergenze" ambientali di Paderno Dugnano.
Il torrente Seveso e il Parco Agricolo Grugnotorto Villoresi.
Il primo è stato oggetto di studi anche del Politecnico di Milano, ma ai più è noto alla cronaca non come fiume, quanto come "fogna a cielo aperto".
Il nord produttivo usa e abusa, in modo spregiudicato, questo torrente che, assieme al Lambro, non ha una buona nomea.
Il Seveso fa un lavoro sporco, talvolta da collettore degli scarichi della produzione (ancora oggi cambiando colore dell'acqua per la presenza di sostanze mai identificate dai tecnici intempestivi dell'agenzia regionale di protezione dell'ambiente) o a volte, come è capitato di recente con lo sversamento volontario di idrocarburi, per attività illecite e ne ha scritto anche il Blog padernese Padernoforum.
Ricordiamo che sia nel periodo esitivo che autunnale, per le precipitazioni tipiche in questi periodi, si sono manifestati problemi idraulici che hanno causato forti percussioni sul territorio padernese.
Una risorsa quindi ma anche un problema, serio direi.
Le caratteristiche idrauliche, in corrispondenza della zona Niguarda non consentono all'acqua di defluire in modo normale e quindi allagamenti e altri danni se ne contano sempre, ma questo dipende dal fenomeno della urbanizzazione che non lo ha salvato, anzi.
Le leggi di tutela in Italia sono tutte abbastanza recenti, ed in particolare la prima ha circa 40 anni, ed è la Legge Galasso.
Abbiamo però un commissario straordinario, che è lo stesso titolare della baracca che dovrebbe sovraintendere ordinariamente su questo torrente, ma ad oggi non sappiamo con certezza quale strategia voglia adottare, oltre che garantire a Milano la sopravvivenza, impegnando in modo importante aree nel comune di Senago, ed a confine con Paderno Dugnano.
Credo sia il momento di programmare un progetto di riqualificazione che consenta soprattutto di valorizzare questa risorsa paesistica, e lo si deve fare al più presto, per esempio istituendo il Parco del Seveso con una regolamentazione adeguata.
Il secondo, il Grugnotorto-Villoresi è un parco agricolo, che ha la caratteristica di essere sovracomunale, una vera risorsa tra le aree densamente urbanizzate del nord.
Ed è una risorsa in quanto è un'area vasta piuttosto libera, nonostante i diversi elementi di "tensione" (poichè, in parte interrotta da strade e autostrade, o da attività produttive anche insalubri, ed all'interno del quale è presente un inceneritore, ed altro ancora), e che ha già una rilevanza territoriale e una dimensione pari a 8 kmq, il 50% in pià del Parco Nord.
Il Parco è attraversato in direzione est/ovest dal canale irriguo Villoresi.
Ma il Grugnotorto, in origine il gran't ort (grande orto), oggi ha un problema che lo accomuna al torrennte, è figlio di un Dio minore. Come il Seveso, abusato e sfruttato all'impossibile, anche il parco agricolo non ha una tutela di fatto.

La proposta è quella di chiederne il riconoscimento ed una tutela di ordine regionale.

Ottenere tale traguardo permetterebbe di avere un presidio fisso (di guardie regionali) all'interno del parco e, con i fondi che la Regione indirizzerebbe agli enti locali, contenere il fenomeno delle discariche abusive, oppure avviare progetti di rinaturalizzazione, secondo le previsioni del Piano Territoriale sia Provinciale che Regionale, strutturando il parco e incentivando l'uscita delle situazioni di incompatibilità (che si dovrebbero mappare con uno studio volto alla formazione di un quadro conoscitivo).
Esiste una proposta di continuità territoriale dei parchi del nord Milano e Brianza centrale che è promosso dai colleghi Pileri, Lanzani, Padoa Schioppa, ed altri, e che vede una concreta proposta di connessione tra tutte le aree a parco dell'area metropolitana.
Un freno al consumo di suolo come ha giustamente detto di recente il neo presidente della Provincia di Monza e Brianza.
Partiamo con promuovere un alto grado di tutela a livello locale e garantiamo questo come obiettivo primo per il PGT, che ne dite?

giovedì 24 febbraio 2011

BARRA A DRITTA - Sesta proposta per il PGT


Lo scorso 14 ottobre 2010, assieme a Domenico Finiguerra abbiamo ascoltato l'esperienza di Cassinetta di Lugagnano città il cui sindaco ha adottato un PGT diverso.
Un PGT impostato sull'aspetto della località, e sul rispetto della geo-morfologia in cui l'insediamento umano si trova.Ed è una vera scoperta visitare Cassinetta, tra la ruralità e le rilevanze paesistiche e ambientali, chi si reca in questo paese alle porte di Milano si sente di entrare in un altro mondo, pervasivo.
La dimensione in cui si colloca però è la Provincia di Milano, con tutte le questioni sulla trasformazione del territorio a scala non urbana, e provinciale, ma anche regionale.
La città di Milano ha un PGT (Adottato) che tra un paio di mesi entrerà a regime, e questo Piano prevede la trasformazione secondo un nuovo "modello" urbanistico, che non è stato pensato dagli Urbanisti: la Densificazione..... per costruire una città da 2.000.000 di abitanti.
A tal proposito vorrei introdurre alcuni dati significativi, ossia il paragone degli ICS (indici di consumo del suolo) di Milano, Paderno, e Cassinetta di Lugagnano, cominciando proprio da quest'ultima:
1° classificata: Cassinetta con ICS <>
2° classificata: Paderno D. con ICS <>
3° classificata: Milano con ICS = 69,9 %
(fonte dati MISURC 2008 - centro studi PIM)
La soglia di compatibilità (del costruito rispetto alla risorsa territorio, libero) entro la quale contenere la crescita urbana è stabilita dal PTCP della Provincia di Milano nell'ordine del 45% del territorio provinciale.
Questo obiettivo, indubbiamente ambizioso, si colloca in modo significativo al di sotto del 55% che secondo i riferimenti scientifici è la soglia di allarme oltre la quale non si garantisce più la rigenerazione ambientale.
Paderno è al limite, dovrebbe avviare processi di recupero di quella risorsa (esauribile) che è il territorio. Milano è invivibile, oltre ogni soglia di buon senso.
E il tema del consumo di suolo dovrebbe essere un importante indice che i Piani di Governo del Territorio dovrebbero imporre di verificare in ogni Ambito di Trasformazione.
Nei comuni della provincia di Milano si dovrebbe prevedere che il futuro sviluppo urbanistico (laddove previsto) possa essere indirizzato verso la concentrazione degli insediamenti, ovvero lungo le linee di forza del trasporto pubblico per esempio, in una corretta e organica relazione con la mobilità. Questo sistema potrebbe contenere la spinta alla dispersione urbana, causa anch'essa di ulteriore consumo di territorio necessario per le opere di urbanizzazione che conseguono, ma andrebbero organizzate in uno schema ben preciso.
In questa ipotesi le aree verdi restano contigue e il tema del riuso degli spazi oggetto di trasformazione urbana dovrebbero andare obbligatoriamente a migliorare lo stato attuale. Perchè se il dato medio limite dell'ICS della Provincia di Milano è il 55% allora tutti gli interventi a venire devono dimostrare di occupare sempre meno territorio.
Questo non significa fermare il settore anzi, significa sviluppare una città più aperta, con un rapporto di copertura degli edifici sul lotto inferiore, in modo da lasciare nuove aree libere.
Forse una città più alta, ma meno diffusa.
Questo è un principio fondamentale per dire Stop al Consumo del Territorio.










mercoledì 23 febbraio 2011

Facciamo il punto su Paderno Dugnano

Devo dire che in questo mese mi sono buttato a capofitto e con impegno in questo nuovo progetto.
L'Osservatorio PGT è uno strumento ad uso e consumo di chiunque sia interessato a fornire un apporto, anche non tecnico e metodologico, per la costruzione della Paderno di domani.
Non sono ancora pronto per avviare un tavolo di lavoro, ma l'idea che lancio è proprio questa, e quello che mi aspetto è trovare persone disponibilie che possono e che vogliono adoperarsi per cambiare e in meglio la città. Per il momento raccolgo 3 adesioni, ma confido nella disponibilità delle associazioni del territorio.
Non credo si tratterà di un lavoro "intenso", anche perchè l'amministrazione non proferisce verbo in merito al PGT e quindi per ora c'è poco da osservare, ma c'è da organizzarsi.
Non è stata mai indetta una conferenza, una assemblea o incontri di presentazione delle linee programmatiche del piano, ma abbiamo visto la partecipazione dell'Assessore Bogani ad alcuni incontri organizzati da associazioni o cittadini.
L'unico "evento", organizzato dal comune, che ha posto l'attenzione al territorio è stata la presentazione di una mappa toponomastica di Paderno D.no, indicata come base del nuovo PGT.
Mi lascia perplesso, comunque, come me credo, anche voi avrete notato il grande PLIS Grugnotorto-Villoresi, di con un colore verde vivissimo che si stacca dal marrone dello sfondo, e che in parallelo, in direzione Nord/Sud, corre il Fiume Seveso.
Su questi obiettivi si può discutere, ma cosa ci può dire di più una mappa della città, piuttosto anacronistica?
Non sarebbe il caso di iniziare, oltre che a sentire i cittadini, a presentare almeno le linee guida del piano, per mezzo di una assemblea pubblica o tramite il periodico comunale, finchè sopravvive?
L'Osservatorio PGT, non nasce e solo come blog, anzi non è quella della comunicazione unidirezionale la sua finalità, ma lo promuovo come spazio di confronto e analisi sul tema del piano del territorio che verrà.
Ho presentato 5 proposte per il PGT ed ho incontrato un diffuso senso di condivisione, e apprezzamento che mi spinge a presentarne altrettante, e così farò sino al 28 febbraio.

Poi avremo modo di capire la amministrazione se coglierà la portata delle stesse e cosa si riprometterà di inserire nel piano.

Le riepilogo per fare il punto sulle prime proposte:
1. il tema della casa: l'Housing Sociale
2. un Regolamento Edilizio Sostenibile
3. l'Ecoconto grazie al contributo CEP per le grandi trasformazioni territoriali
4. il Trasporto Pubblico ed il suo potenziamento
5. Il tema del lavoro: il Green District

E vi anticipo le prossime "uscite":
6. Stop al consumo del territorio
7. Grugnotorto e Seveso verso il Parco Regionale tra Nord Milano e Brianza centrale
8. Mobilità sostenibile, non solo in bici
9. Infrastrutture e non-trasformazione del territorio
10. Paderno Stellare una città con 7 satelliti

Spero di preparare il tutto entro il 28/02, chi si rende disponibile?

martedì 22 febbraio 2011

IL LAVORO - Quinta proposta, il Green District

Sarà banale, ma il lavoro, come la casa e il trasporto pubblico, sono i pilastri di una Pianificazione attenta anche alla crescita sociale collettiva.
Non sono portato alle considerazioni di convenienza, quindi mi sento di dire che di lavoro c'è molto bisogno, è un diritto da garantire, e basta.
Il sistema economico propagandato in nome della libertà, è un misero liberismo che sta erodendo ogni senso di certezza e qualità della vita.
Questo sistema economico sta sfondando ovunque, in ogni campo e il diritto al lavoro affonda sempre più; le tutele del lavoro frutto delle battaglie dei decenni del XX° secolo sono concretamente sparite.
L'italia è la realtà della piccola (e media) impresa, ma molto little.
Il sistema richiede tutti freelance, tutti liberi (?) professionisti, tutti imprenditori di sè stessi, e così si pianifica uno sfascio globale e molti giovani non se ne rendono ancora conto.
I lavoratori sono quasi tutti sottopagati, ed alcuni senza contratto, molti altri con contratti capestro, quasi nessuno con le tutele che permettano una vita normale, insomma quanti quelli con un contratto a tempo indeterminato?
Cosa c'entra questo tema con il PGT vi chiederete, ebbene la dimensione della città non è solo fatta di volumi e cemento, ma anche di uno studio conoscitivo sulla dimensione del lavoro e di proposte e risposte adeguate. Ma quale lavoro si può promuovere a Paderno Dugnano e come?
Innanzitutto non adottando le regole che potrebbero incentivare il "rilascio" del territorio per la delocalizzazione delle attività produttive.
Alcune altre specifiche norme potrebbero evitare o meglio incentivare gli imprenditori a rimanere sul territorio e quindi la proposta è anche questa.
Altre scelte potrebbero anche attrarre nuovi imprenditori, insomma si tratta di comporre un piano di azione. Non si possa più "stare a guardare" davanti ai tracolli ed ai fallimenti delle imprese locali, come se si fosse "alla finestra", per poi dare una pacca sulla spalla ai lavoratori ed alle famiglie in crisi.
Di certo non è, e non sarà, il governo nazionale a venire in soccorso della gente comune.
Quale allora il ruolo che potrà giocare l'ente locale dobbiamo chiedercelo.
Una amministrazione, in quanto soggetto pubblico, ha il dovere di programmare anche la crescita della collettività e sotto questo aspetto; sono molto curioso di vedere cosa ci verrà proposto.
Nel mentre lancio quella che è una idea da approfondire, ma molto forte: che Paderno diventi un Polo di Eccellenza per le Energie Rinnovabili.
Perchè alla Ex-Tonolli dobbiamo aspettarci un inceneritore o altre attività insalubri o a rischio di incidente rilevante, a poca distanza dalle case?
C'è gia stato in passato un inquinamento pesante per la città e i residenti (soprattutto del Villaggio Ambrosiano), ed oggi c'è ancora la Ecobat, ed abbiamo anche la Clariant a Palazzolo, che in caso di incidente... causerebbe un serio problema all'intera comunità.
Impensabile, forse utopico, ma perchè non delocalizziamo, in accordo con Regione e Provincia quelle attività che espongono al rischio la collettività, incentivandone l'uscita, e non conserviamo quelle che potrebbero giocare un ruolo principale nella economia moderna?
Un vero e proprio Green district è quello che immagino io, come tanti altri, per risollevare le sorti del Villaggio Ambrosiano e di Paderno D.no.

lunedì 21 febbraio 2011

QUARTA PROPOSTA - il trasporto pubblico efficiente

Uno scenario semplice: migliorare ed incrementare il trasporto pubblico.
Si tratta di Pianificazione e quindi il tema può approfondire le previsioni strutturali, che sono chiaramente da raccordare alla programmazione del trasporto metropolitano (regionali e provinciali). Sono in programma investimenti per l'ammodernamento ed il potenziamento delle infrastrutture di trasporto pubblico che interesseranno anche Paderno Dugnano.
La Metrotranvia Milano Seregno, passerà per Calderara.
E' una linea di trasporto sovralocale che, dalle fonti rogetto Preliminare Provincia di Milano, servirà circa 80.000 utenti al giorno. Direi 80.000 auto in meno sulla Via Erba, ma forse è troppo immaginifico come scenario, ma auspicabile.
Certo è che la realtà di questa infrastruttura di trasporto pubblico, è tangibile da Bresso a Niguarda, ed altro esempio ne è la metrotranvia di Cinisello B.mo.
Il micro-ambiente urbano cambia e di molto l'aspetto della città, più moderna e sensibile al tema ambientale, e mi sento di dire che è in questo senso che l'opera infrastrutturale può rendere un servizio diventando una opportunità per il territorio.
Ma ad un progetto di infrastruttura di tale portata devono esser associati investimenti a livello locale, ed il nostro comune ha recentemente assunto un impegno (di spesa) per la realizzazione del parcheggio di interscambio in corrispondenza dell'innesto con la A52, sempre a Calderara.
Troppo poco, direi, ma il PGT deve ancora venire.
La stessa localizzazione di questo parcheggio è determinante per l'utilizzo della metrotranvia.
Garantire i livelli di accessibilità del trasporto pubblico è quindi altrettanto necessario ed è a questo punto, compito della amministrazione locale intervenire in modo adeguato.
Su cosa stia lavorando l'amminsitrazione non lo so, nel mentre propongo che con il PGT si presenti una seria opportunità: disincentivare l'uso dell'automobile inserendo nel Piano dei Servizi norme specifiche che permettano la realizzazione di parcheggi con maggiore possibilità per gli operatori.
Creare parcheggi di interscambio (possibilmente sotterranei, soprattutto se all'interno di elementi rilevanti del paesaggio come il parco Grugnotorto) significa moltiplicare l'impatto positivo della infrastruttura di trasporto pubblico, ma come fare con il PGT?

Si evidenzia il transito della linea di trasporto interessata e nel raggio di 150/200 metri (massima distanza che la gente percorrerebbe a piedi per raggiungere il mezzo) incentivare la realizzazione di autorimesse, anche pubbliche o di uso pubblico.

E' nel caso di interventi di riqualificazione urbanistica che potrebbe risultare vincente inserire nel PGT questo criterio e la proposta potrebbe essere quella di garantire un incremento di 0,10/0,15 mq/mq, di Utilizzazione Territoriale, in più per tutte le aree oggetto di Pianificazione vincolato alla realizzazione di autorimesse da dare in cessione o concessione al comune.
Per la realizzazione delle autorimesse di interscambio si potrebbe anche prevedere una perequazione. Smetto di parlare arabo e mi spiego meglio.
Tutte le aree che la Amministrazione ritenesse strategiche per trasformarle in parcheggi pubblici potrebbero vedersi assegnare un diritto edificatorio trasferibile altrove. Perchè?
In questo modo si incentiva la cessione (bonaria, quindi rapida) da parte dei privati, in cambio di un diritto edificatorio da trasferire in altre parti del territorio.
Se anche le aree attigue alla ferrovia Nord o la strada Comasina, con la previsione di prolungamento della Metropolitana, fossero oggetto di questa nuova programmazione si potrebbero individuare sulla nuova cartografia le aree direttamente accessibili dalle stazioni esistenti ed anche da quelle programmate o di progetto, dove incentivare la realizzazione di parcheggi.

giovedì 17 febbraio 2011

Il PGT - Un progetto fallimentare

Accolgo, non in maniera inconsapevole, la notizia della proroga dei termini per la redazione dei PGT e con discreto sconforto, notizia peraltro rilanciata dal blog La Scommessa.
La LR12 prevedeva delle scadenze sempre disattese e ogni volta prorogate.
Questa dev'essere la terza o addirittura la quarta dilazione dei termini entro cui è possibile adottare il Piano di Governo del Territorio.
Non sarà che il "modello" proposto è troppo complesso?
Sono solo 457 i comuni lombardi, su 1.543 complessivi, che hanno completato l'iter per l'approvazione del PGT.
L'amministrazione di Paderno Dugnano deve riavviare il procedimento, e portarlo a termine entro il 31 dicembre 2012; mi lascia molto perplesso però il via libera alla norma che attribuisce ai Comuni la autorità di negare autorizzazioni all'apertura di attività commerciali nei centri storici, se in contrasto con il "decoro pubblico" e le "tradizioni locali", inserita nel "collegato Ordinamentale".
Paderno Dugnano è una città molto estesa e non esageratamente urbanizzata, e le frazioni hanno mantenuto una certa distanza fisica le une dalle altre.
Cresciuta però senza soluzione di continuità.
Ogni quartiere è un paesello a sè stante, o quasi e così ogni villaggio lo potremo definire "centro storico".
Ma è davvero pensabile limitare, e con questi criteri, la già scarna iniziativa commerciale di vicinato?
Vorrei chiederlo a P.Favrin, ma anche agli amministratori locali.
Non solo via il Kebab da Paderna Dugnan, ma l'istituzione regionale consente l'eventuale negazione al diritto di svolgere una attività lavorativa (che è un diritto costituzionale, sancito da diversi articoli come il n°1, il n°3, il n°4, n°41, il n°44) poichè potenzialmente in contrasto con la tradizione locale.
In questo modo si fa morire il tessuto, anche commerciale, della città.
Ma poi, scusate la mia ignoranza, quali sono le tradizioni locali di Paderno D.no?

ECCOVI IL LOGO DELL'OSSERVATORIO


E' un bel disegno, credo e mi auguro piaccia anche a voi.
E' una composizione di più fumetti, a rappresentare l'insieme delle idee e dei pensieri, sovrapposti e quindi in parte comuni.
Cerco in questo modo di raccogliere quello che può unire, per un PGT partecipato e condiviso.
Il logotipo è accompagnato da un messaggio chiaro: le tue idee per una città virtuosa.
Prende il via la fase di interlocuzione con le realtà associative del territorio, o almeno quelle che riuscirò a raggiungere, e che risponderanno favorevolmente.
Ma il laboratorio di "osservazione" è aperto a chiunque vorrà parteciparvi, anche altri professionisti, amministratori e singoli cittadini che si aspettano che Paderno Dugnano divenga una città virtuosa.
Un particolare ringraziamento al grafico, che ha contribuito con lodevole impegno traducendo benissimo il messaggio che ho proposto.

Sostenibilità Economica Finanziaria delle previsioni del Piano

Argomento "tosto", ma lo tratto molto brevemente per non sfiancarvi.
Questo è l'esempio del perchè il termine "sostenibilità" sia assolutamente abusato.
L'accezione dovrebbe significare caratteristica di uno stato protratto indefinitamente, dico dovrebbe perchè sono convinto che il termine sia ormai speculato da averne perso il valore.
La parola Sostenibilità associata al termine Economica, o peggio Finanziaria, suona in modo molto diverso.
Lo stato della Sostenibilità Economica è differente da uno stato "protratto nel tempo".
L'aspetto economico della sostenibilità, sottende un livello di sostenibilità rispetto ad una variabile, quella economica, in antitesi con lo stato indefinito.
L'economia e la finanza sono fenomeni soggetti a fluttuazioni, nulla di statico o indefinito.
Ecco quindi che il significato di questa associazione diventa caratteristica di uno stato protratto fino a quando vi è una copertura economica, o qualcosa di simile.
Nulla del processo virtuoso contenuto nel significato originale del termine sostenibilità.
Ora per farla breve, tra gli adempimenti previsti dalla Legge Regionale per la redazione dei PGT si pevede un approfondimento in merito alla sostenibilità economico finanziaria delle previsioni del piano.
In particolare il Piano dei Servizi esplicita la sostenibilità dei costi anche in rapporto al programma triennale delle opere pubbliche, nell'ambito delle risorse comunali (mi viene da ridere) e di quelle provenienti dalla realizzazione degli interventi da parte dei privati, oltre che (la novità su cui dovremmo porre attenzione) dalle risorse provenienti dalla commercializzazione dei diritti edificatori.
Il comune potrà scegliere se auto-attibuirsi delle volumetrie in ambiti della città, dove oggi non ci sono, ed anche in funzione del trasferimento degli stessi, finalizzando la commercializzazione dei diritti edificatori per realizzare servizi.
Finalmente gli enti locali, (rpovocatoriamente) anelli deboli del sistema, i senza terra del mondo contemporaneo, torneranno operatori nel mercato!
Il sistema gestionale che sottende il PGT però assume un criterio semplice, ovvero che gli ambiti di trasformazione siano attuati mediante interventi edilizi indiretti, ossia piani urbanistici attuativi.
E la LR12/05 prevede anche che il Piano dei Servizi individui la dotazione dei servizi che deve essere assicurata nei pani urbanistici attuativi, garantendone la dotazione minima, ovvero monetizzandola.
Siamo sicuri che questo strumento di governo, in cui è insita una mera attività economica, non rischi di diventare solamente il volano del bilancio comunale, sottraendo risorse reali da utilizzare per la realizzazione dei servizi stessi?
Mi pongo questa domanda anche perchè la realtà padernese vede già oggi l'avvio di una fase di esternalizzazione dei servizi alla persona, e il PGT contemplerà anche i servizi di carattere privato.
Chiaramente un'attenzione sul bilancio finanziario del Piano dei Servizi andrà posta, staremo a vedere quello che ci verrà presentato.

mercoledì 16 febbraio 2011

PER LE ASSOCIAZIONI - L'invito è al dialogo sul PGT

Visto che tutto tace ho deciso di scrivere una lettera aperta, anzi due.
Mi spiego, le Associazioni culturali, ambientali, sportive, sociali o di categoria, e le altre ancora, sono certamente molto attive nella realtà padernese, e se ne contano un centinaio.
Si tratta di un mondo parallelo fatto di gente comune che pensa al suo ruolo nella società ed in modo attivo, prestando il proprio tempo per le cose in cui crede o che piace fare assieme agli altri, e spesso con una propensione verso l'altro.
Sono anche molte quelle che nascono così, dall'oggi al domani.
E' l'esempio della Associazione Cultura e Territorio, della Associazione Paderno7, della Associazione Padernoinbici, o ancora del progetto Padernoviva, della Compagnia degli Amici del Pilastrello, o dell'Associazione per il Bene Comune, e del primo evento "diverso" per il nostro territorio che è stato promosso per una libera iniziativa di giovani padernesi under30, il Think Thank, e che sono tutte sinonimo di un fermento che si percepisce nella realtà sonnecchiosa del nord Milano.
Paderno Dugnano è stata citata nell'ultimo anno, ed a livello nazionale, principalmente per i tristi eventi che hanno interessato la crisi del lavoro e delle aziende padernesi, o per la cronaca, ma anche per il rischio di veder realizzato un inceneritore di Rifiuti Speciali in un territorio densamente urbanizzato, e poi per la contrapposizione tra movimenti, enti locali e istituzioni provinciali.
Mi riferisco al rischio tangibile di un danno irreparabile che Anas, Ministero delle Infrastrutture, Provveditorato, Regione Lombardia, Provincia di Milano, Soc. Serravalle, stanno per provocare ai cittadini padernesi con il progetto della "autostrada in città", la Rho Monza.
Ma parlo anche del summit al centro Falcone Borsellino, della strage disumana dell'Eureco, dei progetti avventati della Provincia di Milano, e tutto mi riporta ad un film documento del cinema italiano, le mani sulla città.
Paderno Dugnano sarà per sempre la "città del summit", la "cttà della strage", la "città della crisi occupazionale", e sarà anche la "città dell'autostrada in città".
Ho tentato, in questi due anni, in modo del tutto autonomo rispetto alla amministrazione locale, di avviare alcuni percorsi qualificanti per la città ed in collaborazione con alcune Associazioni e movimenti spontanei di cittadini, ed in un'altro post farò un riepilogo di quello che si è fatto, quello che si poteva fare e quello che si potrà ancora proporre per tirare su le sorti di Paderno Dugnano.
Oggi credo sia giunto il momento di aprire un dibattito sul territorio e direttamente con la realtà delle Associazioni locali, fin troppo concentrate, ognuna nel proprio ambito.
Mi muoverò quindi in questa direzione con una lettera aperta che invierò nei prossimi giorni, in modo da concordare, con chi si renderà disponibile, alcuni incontri e dibattiti volti a sensibilizzare gli amministratori locali e formulando anche altre proposte al PGT.
Una lettera aperta, anzi due, perchè la seconda che ho in mente sarà chiaramente rivolta alla amministrazione locale.
Credo che sia necessaria una fase di incontro perchè con il confronto reciproco si potranno conoscere molte idee e proposte per la "città dei cittadini".

martedì 15 febbraio 2011

ECOCONTO - Terza proposta per il PGT



Prosegue la attività frenetica dell'Osservatorio Pgt.
Oggi, ma in breve, vi presento un'altra proposta per la redazione del nuovo Piano di Governo del Territorio, l'Ecoconto.
Si tratta di un sistema per il reperimento (la conservazione e valorizzazione) delle risorse ambientali.
Estrema sintesi: un metodo, in uso nel nord Europa e nei paesi anglosassoni, per avviare la compensazione preliminare rispetto ai grandi programmi di trasformazione urbana e del territorio o per la realizzazione delle infrastrutture.
Prevenire anzichè curare, potremmo dire. Nel nostro paese chiunque enunci un pensiero simile viene tacciato di blasfemia o passa per un eretico. E chi pensa di "curare" anticipatamente un paventato malessere potrebbe anche esser considerato ipocondriaco!
Eppur il resto del mondo si muove, e gli altri paesi sono più avanti di noi di diversi decenni.
Sarà perchè da circa 20 anni il paese è concentrato sulle singolari questioni interne e non guarda più con interesse alla situazione (politica, economica, sociale e di sviluppo) internazionale?
Negli stati uniti ad esempio sono istituiti dei fondi statali (green founds) costituiti per acquisire risorse economiche, versate preliminarmente a cura degli operatori che hanno intenzione di presentare progetti di trasformazione urbanistica.
Una sorta di freno all'occupazione pervasiva e indifferenziata del territorio, quindi.
Gli operatori acquiscono "crediti ecologici" prima di procedere con gli interventi edilizi.
Questi fondi avviano (subito, anzi spesso prima degli stessi programmi urbanistici) progetti di forestazione, di ripopolamento, di bonifica, ed altre attività ancor più complesse, per compensare il danno ecologico (che in questo sistema è chiaramente riconosciuto come tale).
Anche in Germania si lavora in questo modo, e il meccanismo si chiama Okokonto ma è del tutto simile.
Da noi si potrebbe chiamare CEP, Compensazione Ecologica Preventiva.
Per tutti i Piani di Governo del Territorio, anche se in versione molto "light", la stessa L.R.12/05 prevede la possibilità per i comuni di integrare il Contributo di Costruzione (somma di oneri di urbanizzazione e costo di costruzione) con incrementi destinati (unicamente) a questa tipologia di attività di tutela.
Perchè la Amministrazione Padernese non adotta un sistema così articolato per la tutela preventiva del territorio?
Anche il Piano Territoriale Paesistico Regionale (PTR) potrebbe divenire uno strumento con la corretta valenza, ed a confronto della autonomia della Regione a rilasciare autorizzazioni per insediamenti insalubri o devastanti sulle comunità locali per gli impatti conseguenti.
La ponderazione di questi impatti sul territorio dovrebbe muoversi su un piano di concorrenza tra ente locale e autorità Provinciale e Regionale e non di totale subalternità.
Oggi il sistema autorizzativo prevede il rilascio di licenze sempre in capo all'ente regionale e gli enti locali sono soggetti a subire decisioni spesso irrazionali e motivate dalle opportunità del momento.
Abbiamo bisogno di una forma più moderna e consapevole di agire.
Ponderare gli eventuali impatti sull'uomo e l'ambiente grazie alla raccolta di risorse utili per compensare tali impatti sarebbe auspicabile.
A voi le considerazioni.

lunedì 14 febbraio 2011

Sostenibilità: cominciamo dal Regolamento Edilizio ?

Propongo oggi una iniziativa che si muove in parallelo a quella della composizione del PGT ma assolutamente attuale e legata alla revisione del Piano Urbanistico.
Il Regolamento Edilizio è uno strumento di regolamentazione necessario ai fini della realizzazione di tutti gli interventi edilizi. Tratta norme di fruibilità, igienico sanitarie, morfologiche fino alle procedure previste per gli interventi.
La disciplina degli spazi dell'abitare e della loro qualità è in stretta correlazione a questo documento, oltre che lasciato alla iniziativa dei progettisti o alle valutazioni delle commissioni (es. Commissione Edilizia o Paesaggio).
La proposta per il PGT che presento oggi vede la richiesta di adozione di un Regolamento Edilizio Sostenibile, per brevità RES nel prosieguo.
Nessuno strumento simile in passato non si è mai orientato verso criteri di edilizia sostenibile, e mi riferisco alla realtà padernese.
Oltre 10 anni fa mi sono specializzato all'ANAB, l'Associazione Nazionale di Architettura Bioecologica, e già nel 2000 si studiavano gli interventi, gli impianti innovativi, e le soluzioni architettoniche per l'edilizia sostenibile, guardando a quanto realizzato negli ultimi decenni del XIX° secolo. Oggi si sente (stra)parlare di sostenibilità, ma con sempre maggiore interesse del pubblico, ed è trascorso un'altro decennio.
Trovo sempre più spesso clienti che richiedono espressamente nello studio delle loro abitazioni di introdurre, con la giusta attenzione a questi temi, le soluzioni utili al contenimento dei consumi energetici, o di acqua, per l'utilizzo di materiali che non siano dannosi nell'ambiente domestico, come l'utilizzo di vernici senza piombo, ed altro ancora. Tutte soluzioni che correntemente propongo ma è significativo che ci sia questa sensazione collettiva di consapevolezza.
E questo è un tema che non riguarda più e solo soggetti sensibili e attenti all'ambiente, ma è esigenza, direi emergenza, diffusa.
Esiste la consapevolezza di arrecare danni all'ambiente e sia per il contenimento delle risorse, che non sono infinite, sia per la reale necessità di far quadrare i conti, ossia contenere la spesa energetica nella gestione delle attività dell'abitare (quindi l'attenzione che riscontro non è più solo legata al confort delle abitazioni private, e il tema è esteso alla qualità anche del luogo di lavoro).
Non so se la amministrazione padernese abbia già pensato e voglia promuovere o adottare qualche meccanismo di incentivazione a livello locale perchè non si conoscono ancora i principi con cui il Piano sarà redatto.
A tal proposito oggi descrivo questa proposta per il PGT.
Spero che l'assessore si attivi in tal senso, e per non lasciare nulla al caso, mi attiverò affinchè le proposte dell'osservatorio pgt vengano protocollate entro il 28 febbraio 2011.
Questo RES, sarebbe un nuovo Regolamento Edilizio la cui bozza si potrebbe anche avviare subito, senza ulteriori passaggi e verifiche sul PGT (non sarebbe un aggiornamento direttamente soggetto alla VAS), come ha ad esempio fatto il comune di Milano.
Questo RES dovrebbe quindi disciplinare tutti gli interventi di edilizia (privata e pubblica) incentivando quelli che rappresentano caratteri di maggiore qualità rispettando i principi di ecoefficienza ed ecocompatibilità.
Non voglio scendere nel particolare e tediarvi con informazioni troppo tecniche, quindi il principio è questo, i contenuti saranno poi articolati e chi sarà interessato potrà valutarli nel seguito.
Un solo obiettivo, che penso possa essere il cuore di questa proposta.
Esiste un meccanismo premiale di incentivazione (che prevede uno sconto sugli oneri di urbanizzazione) che, garantito un dimostrato contenimento energetico (disciplinato dalle norme regionali), consente di non conteggiare ad esempio l'involucro esterno nella SLP (superificie lorda di pavimento).
Perchè non adottiamo un meccanismo ancor più virtuoso?
Oggi l'edificio viene qualificato secondo la classe energetica, come avviene da anni per gli elettrodomestici.
Questo sistema consente di capire quanto consuma un prodotto, che nel caso dell'elettrodomestico è un prodotto finito, nel caso di un edificio è un prodotto ancora da realizzare.
Contenere i consumi ed i costi di gestione ad esempio adottando sistemi per gli involucri edilizi di maggiore o minore qualità significa ridurre o aumentare il consumo di combustibile fossile e il conseguente maggiore o minore inquinamento ambientale e quindi lavorare per un benessere collettivo.
Mi chiedo però quanto possa convenire oggi investire (con maggiori costi diretti al momento della costruzione) con una situazione dei valori di mercato piuttosto critica, se non realizzando il minimo necessario?
Questo è quello che accade quotidianamente.
La mia proposta è quella di adottare un sitema premiale progressivo.
Traduco: chi inquina paga, chi non inquina non paga.
E propongo un esempio, se una casa arrivasse a miglioramenti certificati del contenimento delle dispersioni del 40% inferiore a quanto prescritto dalle norme, si potrebbe decurtare il contributo di costruzione del -40%.
Se la stessa casa fosse "passiva", ossia totalmente autonoma e con miglioramenti chiaramente certificabili nel 100% del contenimento delle risorse non si potrebbe abbattere fino al 100% il contributo di costruzione?
Forse è troppo per i comuni poco virtuosi che fanno i bilanci sugli oneri di urbanizzazione, quando dovrebbero utilizzare questi soldi per urbanizzare appunto la città, ma qualcosa di simile si potrebbe immaginare.

I quattro livelli di approfondimento e qualificazione che propongo potrebbero essere:
1. la compatibilità ambientale (qualità rispetto al luogo)
2. la ecoefficienza energetica (qualità rispetto al sistema delle risorse globali)
3. il comfort abitativo (qualità dello spazio privato)
4. la salvaguardia della salute dei cittadini (interesse generale)
Il discorso varrebbe sia per le iniziative private che pubbliche.

Oggi i regolamenti, nel caso di edifici pubblici o con funzioni collettive permettono anche di derogare alle norme vigenti, concetti poco ortodossi nel XXI° secolo.
Se l'amministrazione non si ponesse in primis per dare il buon esempio incentivano e adottando processi virtuosi come può pensare di far fronte alla questione ambientale ed all'esaurimento delle risorse, obbligando solo i soggetti privati?
Proviamoci con il Regolamento Edilizio per la Sostenibilità.

mercoledì 9 febbraio 2011

PGT - SCARICA IL MODULO IN PDF

Mi fanno notare che la lettura del file in formato grafico non è eccellente.
Per scaricare il modulo per le proposte al PGT cliccate su questo link e scaricate il file in formato PDF.

http://www.nabot.org/scommessa/FACSIMILE_istanza_propostePGT.pdf

Se non dovesse funzionare vi prego di segnalarmelo, grazie.

PGT - Semplificazione o complicazione?

Un vero dilemma.

Si parla sempre più di semplificazione (legislativa) eppure nel nostro settore è ormai impossibile districarsi tra le leggi ordinarie, i decreti, i regolamenti, i testi unici, la giurisprudenza, ecc.
I testi "unici" sono quelli che dovrebbero rappresentare la semplificazione, raccogliendo diverse leggi ed abrogandone alcune altre, non è purtroppo così lineare il percorso.
Alcune leggi vengono richiamate, altre abrogate in parte, e se non leggi gli apparati, fino a capire quali commi restano in vigore e quali no, sbagli.
Le leggi le fanno i politici, e non i tecnici e questo è abbastanza evidente, ma questa anomalia rappresenta un serio problema e soprattutto quando il legislatore non apre un confronto con le associazioni di categoria.
La sensazione di andare incontro ad una complicazione normativa è una seria preoccupazione.
La sera dell'incontro organizzato alla Tilane da P. Favrin, ho colto tra gli interventi più interessanti, quelli di alcuni colleghi architetti, tra cui P. Zago, che ha espresso proprio questo desiderio (necessità): che il PGT sia uno strumento facile, semplice.

In tutta sincerità so già che non sarà così; già opero con alcune amministrazioni dove vige il PGT e le procedure che ci si trova di fronte sono molto più articolate.
E i referenti degli sportelli unici arrancano, e fanno difficoltà a dialogare con i professionisti.
Quindi si prospetta una buona dose di aggiornamento anche per i tecnici comunali.
Ci aspetta un periodo di paralisi?
Gli amministratori locali sono chiaramente in difficoltà su questo piano e sarebbe utile promuovere un incontro con le associazioni (di categoria) più interessate e coinvolte anche per aiutare il legislatore a comporre un documento condiviso.
Dietro l'angolo c'è la moltiplicazione immane dei documenti, anche di quelli più operativi.
Insomma i PRG avevano molti limiti, ma un pregio: erano snelli, ed è tutto dire.
Ora i PGT rischiano di nascere obesi e questo fatto dipenderà pure da come è stato ideato l'impianto normativo dallo stesso legislatore regionale.
Prima l'approfondimento era univoco, domani saranno tre i piani di approfondimento, che interesseranno quasi tutti gli interventi:
1. il Documento di Piano, che è lo strumento conoscitivo e di indirizzo
2. il Piano dei Servizi, che presenta lo stato dei servizi (standard) e la programmazione degli stessi, laddove carenti ed a garantire la crescita della cttà
3. il Piano delle Regole, che sarà lo strumento più operativo, quello che conterrà le norme tecniche e le regole per la perequazione
Insomma, Milano ha una situazione complessa per ovvie ragioni, ma l'immagine che vedete più sopra rappresenta i soli documenti descrittivi che compongono il piano, escludendone le tavole.
Grazie per la semplificazione, ma siamo sicuri che tutto ciò non diventi un deterrente?

Osservatorio PGT - 1° mese di contatti


Sorprendente!
Domani 10 febbraio ricorre il primo mese dalla nascita di questo blog.
Blog che ho avviato sommessamente, senza un vero e proprio lancio (strombazzato), e che ha colto da subito l'interesse di molte persone.
Il post di apertura ha segnato ben 113 lettori, ed ho notato una conferma delle visite, visto il numero di accessi ai post successivi, con un ulteriore incremento dai primi giorni di questa settimana.
II giornale il giorno di domenica 6 febbraio ha infatti colto alcune nostre considerazioni da queste pagine confezionando un bell'articolo, e ringrazio la giornalista D. Salerno.
Vi presento quindi questo dato: l'osservatorio PGT conta oltre 600 visite in 30 giorni, con la media di 20 visite al giorno, e da ogni parte del pianeta.
Certo fa sorridere ed in primis il sottoscritto, ma la planimetria che vedete rappresenta l'esame statistico che evidenzia la provenienza degli accessi.
Insomma il mondo osserva con attenzione Paderno Dugnano, e il suo PGT, verrebbe da pensare.
Ringrazio quindi gli oltre 600 visitatori e spero che questo spazio colga l'interesse di un sempre maggiore numero di padernesi.

venerdì 4 febbraio 2011

CRISI E HOUSING SOCIALE - Una proposta per il PGT

Da alcuni anni si parla di crisi economica e di ripresa, spesso con toni trionfalistici.
La verità è un'altra, ed è sotto gli occhi di tutti.
Rispetto al tracollo economico-finanziario iniziato con decisione un paio di anni fa tutti i settori sono in sofferenza, e quelli della produzione in particolare.
Produzione e mercato, naturalemente connessi.
Il settore edile è direttamente interessato da questo trend assolutamente negativo del mercato, ed è di qualche giorno fa la manifesta denuncia da parte delle associazioni di categoria di una immobilità preoccupante nelle quantità delle transazioni immobiliari.
I tempi medi per la compravendita degli immobili si allungano sempre più e i prezzi sarebbero ai minimi (non quelli storici, chiaramente), secondo gli studi.
Il settore delle costruzioni, con il suo indotto, occupa oltre il 70% del mercato complessivo, e non si tratta di soli materiali da costruzione, macchinari e altri prodotti simili, ma di tutto il resto.
La denuncia di una crisi chiaramente strutturale la cui ripresa è assolutamente lontana anni luce è ormai troppo preoccupante e i fenomeni sociali sono cambiati e cambieranno ancora.
Il periodo recessivo dimostra una crisi più generalizzata legata ai mercati finanziari, alla assenza di liquidità e credito, dalla incapacità di fare investimenti e quindi innovazione, dalla contrazione della produzione (ed anche per i fenomeni più complessi, legati alla globalizzazione), fino alla distribuzione, ai trasporti (su gomma e non), ed anche al mercato della promozione (di pubblicità e rapprestanze).
Il settore delle costruzioni è da tenere sotto estremo controllo perchè tratta una dimensione del mercato del lavoro che è molto estesa, e soprattutto c'è da fare i conti con le (in)disponibilità delle famiglie italiane.
Si è sentito parlare in questi giorni di avviare un'altro Piano Casa, ma questa insistente reiterazione di una proposta che si è dimostrata fallimentare, presenta tutta l'incapacità di vedere lontano.
Le famiglie italiane sono ridotte all'osso, figuriamoci se pensano ad ampliare la casa di un ipotetico locale (peraltro consentito solo a quelle uni o bi-familiari) per tenersi a casa il bamboccione di turno con fidanzata e prole.

Che sia il caso di avviare una nuova fase di politica per la casa sociale?

All'inizio del XX° secolo si sono fatti grandi dibattiti e congressi tra Sociologi, Urbanisti, Architetti, che furono costretti ad abbandonare i modelli urbanistici desueti del '900 dovevano far fronte alla complessità della industrializzazione ed al fenomeno espansivo delle metropoli.
Ma cosa possiamo ipotizzare oggi?
Con le iniziative di singoli (se non trattasi di grandi ed illuminati) non si va da nessuna parte.
Quindi ...qalsiasi cosa, direi, è meglio del sempiterno nulla, quindi che si stimolino i dibattiti e i confronti, e in fretta.
Nel nostro secolo le questioni sono piuttosto differenti e complesse, e le aspettative soprattutto delle nuove giovani famiglie sono falciate sul nascere, spesso vedendosi anche impedito l'accesso al credito perchè quasi sprovvisti della tutela anche del diritto al lavoro.
Cosa aspettiamo di involvere fino a perire?

Scrivevo che la situazione è molto più complessa, ma per necessaria sintesi concludo ed esprimo una proposta per il PGT:
Possiamo ipotizzare una previsione generalizzata (obbligatoria o incentivata) di mix funzionale che permetta, in aggiunta all'indice di utilizzazione minimo di un'area, un proporzionale incremento di utilizzazione fondiaria per quote di edilizia convenzionata?
Non eviteremmo il fenomeno più banale della ghettizzazione della città, con la sperequazione del tessuto urbano di maggiore o minore pregio.
E dietro questa prima proposta vi è una lettura della stessa "filosofia" della LR 12/05, ovvero quella di creare uniformità delle rendite con l'espressione di un indice generalizzato, e quindi con beneficio per gli interventi di housing sociale.

Integrazione, equità e sistemi più organici e funzionali nel tessuto urbano.

DALL'OSSERVATORIO IL MODULO FAC-SIMILE PER PRESENTARE LE PROPOSTE AL PGT

Sono riaperti i termini per la presentazione delle proposte al PGT, ma come andranno presentate le proposte e i suggerimenti di operatori, professionisti, associazioni e cittadini?

Sino al 28 febbraio 2011 sarà possibile depositare qualsivoglia proposta o suggerimento per la redazione del Piano di Governo del Territorio.
Sul sito comunale troverete ancora e solo il facsimile del questionario del 2009, ma null'altro se non l'avviso per la riapertura dei termini del 2011.
Visto che il sito del comune non offre questo servizio (peraltro piuttosto banale) ho pensato di mettere a vostra disposizione un file che ho preparato per questa attività.
Le proposte andranno presentate in carta libera, ed in duplice copia, oltre alla vostra copia di ricevuta da far timbrare all'ufficio protocollo.
Ritengo necessario fare espresso riferimento al PRG vigente (pertanto è necessario allegare uno stralcio del PRG, se la proposta tratta immobili nello specifico) ed alle indicazioni catastali (allegando estratto di mappa).
Non è strettamente necessario se le proposte sono di carattere generale, come ad esempio potrebbero proporsi per il Piano dei Servizi.

Potete così scaricare il fac-simile pre-compilato, scriverci sopra o stamparlo e compilarlo anche a mano.

Cliccate sulle immagini del modulo qui a fianco, in alto a destra nella pagina.

28 FEBBRAIO 2011 - SAVE THE DATE

Raccolta Proposte per il PGT fino alla fine di febbraio.
Da presentare entro il 28 febbraio 2011, in carta libera, ed in duplice copia.

Un consiglio (banale) che ritengo utile è quello di produrre una terza copia sulla quale far apporre il timbro di ingresso all'ufficio Protocollo quale attestazione della presentazione.
Si potranno così inoltrare all'Ufficio di Piano, ovvero all'Ufficio di Pianificazione Urbanistica Generale, tramite lo sportello Protocollo sito al piano terra dell'edificio Comunale di Via Grandi, 5, le proposte di operatori, professionisti, associazioni e liberi cittadini, ritenute utili alla stesura del Piano di Governo del Territorio.
Sono ancora valide tutte quelle depositate in passato, dal procedimento di avvio in poi, ed anche quelle giunte agli uffici fuori termine, pertanto non occorre ripresentarle.

Orari
Mattina: dal lunedì al venerdì dalle ore 8.15 alle ore 12.30
Mattina: del solo sabato dalle ore 8.15 alle ore 12.15
Pomeriggio: il lunedì, martedì e giovedì dalle ore 16.45 alle ore 17.45

Per informazioni contattare il numero verde 800.140558
Oppure rivolgersi all'Ufficio Pianificazione Urbanistica Generale allo 02.91004497

mercoledì 2 febbraio 2011

PGT - ufficiale la ri-apertura dei termini per presentare le proposte

Come anticipato su questo blog, il Vicesindaco ed Assessore all'Urbanistica G. Bogani, con un comunicato stampa di ieri 1 febbraio 2011, comunica alla cittadinanza l'ufficialità della riapertura dei termini temporali per la raccolta di suggerimenti e proposte per la stesura del nuovo Piano di Governo del Territorio.
In questo spazio diamo eco alla notizia sicuramente rilevante.
La rilevanza è da intendere per due aspetti sostanziali.
Il primo ha una connotazione positiva in quanto la Amministrazione riapre il dialogo con la cittadinanza per vagliare e, forse accogliere, eventuali proposte, il secondo però denuncia una sorta di inabilità, o almeno fino ad oggi dimostrata sul campo, ad agire e quindi vi è il riconoscimento di aver fatto ancora poco, troppo poco.

Alle spalle abbiamo oltre un anno di governo (trascurando i primi 6/7 mesi di "rodaggio" per l'avvicendamento) in cui, rispetto alla raccolta delle proposte terminata da circa un anno, non abbiamo visto arrivare alcun atto formale di avvio del procedimento (obbligatorio) della VAS.

Per dare una informazione leggibile a tutti, apro un inciso e spiego meglio che cosa sia la VAS.
Si tratta della Valutazione Ambientale (Strategica perchè svolta in via preliminare durante la realizzazione del piano) e che nello specifico si affianca al Piano (di Governo del Territorio) e ne valuta preliminarmente gli impatti.
La programmazione del governo locale potrà essere pù o meno "pesante" per il territorio e questi impatti andranno valutati ed anticipati con altri strumenti di equilibrio ambientale, anche introducendo azioni correttive nella stesura dello stesso PGT, perchè lo prevede la normativa vigente (normativa che discende da quella comunitaria, e quindi non è una chiara volontà di un governo schierato per la partecipazione o meno).
La VAS è obbligatoria in Italia grazie al D.Lgs. n°4 del 2008, ma era già prevista dalla L.R.12/2005 per i Piani Territoriali, regolamentata quindi dalla DGR 8/6420 del 27/12/2007.

Cosa sia successo quindi sul tema del PGT in questo anno viene da chiederselo.
Se manca ancora l'avvio della VAS figuriamoci l'adozione del PGT.

Bogani ha recentemente annunciato che questo è l'anno in cui si redigeranno fattivamente i documenti che comporranno il Piano, quindi nei prossimi mesi avremo tante altre novità da raccontarvi su questo argomento.
Ma ho una mia personalissima sensazione che mi porta ad affermare che si arriverà quasi sicuramente alla scadenza del mandato, e quindi in prossimità della scadenza dei termini, prima di arrivare all'adozione del Piano.

Restiamo in attesa, magari sarò smentito, ma per esperienza so che si tratta di una strada molto lunga.