giovedì 23 febbraio 2012

RUBRICA PROGETTI 03 - PADIGLIONE CANOTTIERI MOTO GUZZI



Non sembra neanche di essere in Italia.
Questa opera, perchè di questo si tratta, dell'architetto Romegialli di Morbegno, la ritengo esemplare.
Si tratta di un inserimento ambientale molto delicato in un contesto paesaggistico molto bello.
E il progetto è chiara rappresentazione di un senso della misura che la maggior parte degli architetti di oggi ha dimenticato.



Si tratta di un deposito per imbarcazioni per il rimessaggio delle canoe e dei locali polifunzionali a servizio delle attività legate al canottaggio o comunali.

"Il luogo è il Lido di Mandello, con le aree verdi a parco ed il delicato rapporto con la riva del lago. La volumetria si distribuisce in due padiglioni distinti, contigui ma slittati sul loro sedime e con coperture simili ma indipendenti. In questo modo se ne è mitigata la presenza volumetrica, La sagoma dei due padiglioni è quella tipica della costruzione semplice, con tetto a due falde, archetipo della “casa”. I padiglioni sono posti longitudinalmente rispetto alla riva è quindi nel lungo fronte a lago si è previsto di realizzare una superficie vetrata continua per potere godere dall’interno della vista senza soluzione di continuità", scrive il progettista.

Ed è anche la scelta cromatica e materica a contestualizzare l'edificio in un ambiente così sensibile e con rimandi al senso del luogo.



"I materiali previsti per la costruzione dei padiglioni sono improntati alla massima semplicità. Le poche parti di muratura strutturale a vista saranno realizzate in calcestruzzo con impronta di cassero tipo OSB (scaglie di legno pressato) che restituisce alla superficie un aspetto morbido e naturale. La copertura riprende il materiale tipico degli storici imbarcaderi dei traghetti sul lago di Como, la semplice lamiera ondulata zincata. La sagoma esterna a timpano dei padiglioni sarà interamente ricoperta di verde. Tale accorgimento, oltre a ridurre l’impatto nel parco dei volumi costruiti, reinterpreta usi locali. Viene infatti proposto in modo nuovo, su di un edificio molto semplice e dalle forme contemporanee, un rivestimento verde realizzato con piante di Ficus Pumila. Sul lago di Como tale modalità di rivestimento ha spesso caratterizzato muri, terrapieni e padiglioni delle più importanti ville storiche".

Consiglio una visita a chi ne fosse interessato.

Foto di Marcello Mariana

mercoledì 22 febbraio 2012

PGT - Trasformazioni antistoriche del territorio?

Ho ricevuto un commento ad un post e colgo l'occasione per pubblicare un approfondimento in merito alla modifica che la nuova giunta Pisapia ha introdotto al PGT di Milano.
La attribuzione di edificabilità alle aree agricole e la loro perequazione.
Se ne parla sul blog Arcipelagomilano, settimanale milanese (on-line) di politica e cultura.

"Come in quasi tutti i nuovi Piani di Governo del Territorio, anche il Comune di Milano ha rinunciato alle zone di espansione sul verde agricolo, che erano state la caratteristica dei piani regolatori del ‘53 e dell’80. Questa rinuncia al consumo di territorio c’era già nella versione Moratti, dove le cubature prodotte dal Parco Sud erano da trasferire nel centro abitato, ma il Parco Agricolo non era toccato, anzi, grazie alla perequazione queste aree sarebbero passate gratuitamente al demanio comunale per la realizzazioni dei Parchi di Cintura Urbana, per realizzare i quali si dovrà ora passare per l’esproprio.
Fatta però la condivisibile scelta del contenimento delle espansioni, è chiaro che lo sviluppo edilizio si dovrà concentrare sul recupero e l’ammodernamento degli edifici esistenti, sull’utilizzo delle aree industriali dismesse, sugli scali ferroviari e sul ridisegno urbanistico delle zone più degradate, cioè sulla città costruita. Dovendo lavorare su di questa, diventano essenziali due nuovi concetti che il PGT propone: la conferma delle volumetrie esistenti e la liberalizzazione delle destinazioni d’uso.
Nel vecchio PRG dell’80 in caso di demolizione e ricostruzione veniva perso il volume eccedente l’indice fondiario assegnato dalle Norme Tecniche di Attuazione e le destinazioni erano quelle previste dalla Zonizzazione di Piano. È con sorpresa quindi che, nelle proposte per modificare il PGT adottato e date le premesse di cui sopra, notiamo che non tutti i cambi di destinazione potranno mantenere il volume esistente. Infatti il passaggio dalla destinazione industria/laboratori a quella residenziale sarà penalizzata. E questo cambio di destinazione sarà la scelta prevalente degli operatori perché il mercato, oggi, richiede residenza, commerciale, terziario ma non più industria e laboratori.
Questa scelta di privilegiare destinazioni senza mercato era già stata fatta nel PRG dell’80 quando, ormai imperante la terziarizzazione, erano state previste enormi aree destinate a industria e microscopiche aree destinate al solo terziario amministrativo (inteso come enti pubblici). Così, siccome i grandi mutamenti economici o li si prevedono o non si riesce a fermarli, cominciò la terziarizzazione abusiva, (poi condonata), di interi quartieri residenziali della città, ma le aree industriali rimasero vuote, o riempite di attività poco pregiate e comunque in contrasto di Piano (sfasciacarrozze o depositi di materiale poco pregiato). Più tardi, in seguito a un accordo tra un operatore edilizio e il Comune, si permise di costruire sulle aree industriali solo la componente terziaria che grazie ad accomodanti interpretazioni, costituiva il 50% del volume costruibile e che segnò il territorio milanese di gruppi di torri vetrate di bassa qualità architettonica e qualitativa, senza razionali collegamenti con la città operativa, al punto da restare per anni vuote e non utilizzate.
Anche nello sviluppo dei Piani di Recupero legati ai PIO (Piani di Inquadramento Operativo) obbligatori nello sviluppo delle zone B2, l’Amministrazione Comunale impose agli operatori massicce dosi di laboratori o depositi non giustificate da indagini di mercato, che a volte misero in dubbio la fattibilità degli interventi. È da queste imposizioni irragionevoli, che prese piede poi la trasformazione abusiva di questi laboratori in “loft”, uffici o destinazioni commerciali, per poter completare i Piani di Recupero. E questa procedura, anche se non conforme alle Convenzioni stipulate in ogni Piano, rese comunque più accettabile il disegno urbano di queste zone della città.
Nonostante tutto ciò abbia procurato preoccupazioni agli imprenditori e una irreversibile bassa qualità del disegno urbano, nel nuovo PGT sembra si voglia riproporre la difesa di una destinazione che nessuno più richiede in città. Difesa che comunque non è negata, perché la liberalizzazione delle destinazioni d’uso dà anche la possibilità, per chi vuole, di realizzare industrie o laboratori.
Se si guarda Milano dall’alto si vedrà che tutti i Comuni limitrofi alla città si sono dotati di grandi aree industriali spaziose e ben collegate alle infrastrutture autostradali. Gli operatori di queste aree sono usciti in gran parte da Milano, nonostante le ampie zone industriali previste dal PRG, attirati dai prezzi più convenienti delle aree, dall’atteggiamento più amichevole delle strutture politiche e amministrative dei piccoli Comuni, dalla ridotta conflittualità con le residenze confinanti e dalla più facile movimentazione delle merci dovuta appunto alla vicinanza di grandi infrastrutture.
Per trovare una conferma della importanza della libertà di destinazione d’uso, bisogna fare anche una riflessione storica sullo sviluppo delle città europee, dove le costruzioni esistenti sono stati dei contenitori che durante l’ultimo secolo hanno cambiato destinazione molte volte, seguendo la linea di sviluppo dettata dai grandi avvenimenti storici: l’industrializzazione, la fine delle monarchie, la formazione delle democrazie, l’intrusione delle dittature, le guerre, la nascita del terziario e lo sviluppo del commercio. Forse solo le birrerie tedesche sono ancora al loro posto e nello stesso edificio, a volte ricostruito identico dopo la distruzione causata dalle guerre, ed è stato così anche per le chiese. Ma per il resto tutto è cambiato, le città si sono generosamente offerte, con la trasformazione d’uso dei suoi edifici, alla evoluzione della società.
Chiedere oggi a Milano, città che è rimasta indietro nel suo adeguamento rispetto a tutte le città europee, la protezione di alcune destinazioni come laboratori e industria è veramente antistorico
", scrive Gianni Zenoni e come non condividere questo punto di vista?

La situazione è molto più complessa in quanto afferisce ad una realtà socio-economica che muta e "la città", sebbene costituita da elementi immobili, si presenta con una dinamica, se volgiamo lenta, che segue le trasformazioni sociali.
E con queste bisogna fare i conti.
Il Documento di Piano fonda sulle indagini conoscitive le linee programmatiche di futuro governo del territorio.

sabato 18 febbraio 2012

PGT MILANO - Pisapia revoca le Controdeduzioni della precedente Giunta Moratti

A Milano è già dallo scorso novembre che l'amministrazione ha proceduto ad annullare la Delibera delle Controdeduzioni alle osservazioni al PGT in quanto, a dire della nuova guida di Palazzo Marino, non erano state recepite nello spirito in cui molte erano state proposte.
Ma di quali Osservazioni si parla?
Sicuramente quelle che tendono a richiedere minore perequazione dalla aree oggi destinate a Parco (Agricolo Sud).
Criterio contenuto nelle linee guida della LR 12/05 che stabilisce dei nuovi principi di acquisizione bonaria di aree strategiche per le AC.
Molti dei parchi peri-urbani della cintura Milanese e delle provincie limitrofe sono "istituiti" ma si presentano con deboli istituti giuridici.
E' il caso a noi tutti noto è quello di Paderno D.no e Cinisello B.mo del Parco Grugnotorto.
Aree destinate o perimetrate dagli strumenti di governo del territorio, in massima parte di proprietà privata che non hanno una reale conformazione.
Spesso in questi "parchi" si contemplano discariche abusive, orti abusivi, coltivazioni ma anche magazzini o depositi, a volte attività (commerciali) come i vivai, cave, e quant'altro.
Se le Amministrazioni non possiedono i terreni, come possono acquisirli per costituire seriamente delle aree di protezione anche naturale o di riequilibrio delle urbanizzazioni?
La perequazione su questo assunto fonda la sua valenza.
Il privato proprietario cede bonariamente alle AC o ad altri enti le aree strategiche (ad esempio per la creazione e strutturazione di un parco) garantendo l'equivalore della acquisizione con la traslazione di queste volumetrie in altre aree del territorio.
Se l'obiettivo più grande è quello della acquisizione delle aree strategiche, appunto, per quale motivo poi si debba discutere l'impianto di questo sistema normativo non mi è chiaro.
Questa è il maggiore pregio della LR 12/05 e ritengo singolare e risibile ogni tentativo di aggirarlo per mantenere lo status quo.

Più che governo del territorio lo definirei "non governo" del territorio, valutando le conseguenze anche pesanti che tale politica dell'immobilismo provoca al settore.

Il settore delle "costruzioni" ha il 75% dell'intera economia di mercato (dal mercato del lavoro in senso generalizzato, per la produzione di materiali, per i trasporti, per la commercializzazione, per la promozione degli stessi, per le attività collaterali come quelle della pubblicità o delle agenzie di promozione, delle attività professionali tutte -notai, avvocati, architetti, ingengeri, geometri, geologi, periti - e delle attività della stessa Pubblica Amministrazione, ma fino anche alle attività delle imprese di servizi e delle imprese di costruzione - e, se non fosse chiaro, dare impulso o non dare impulso in tal senso comporta crescita e sviluppo o stagnazione e inviluppo (non certo decrescita).
Non è in gioco un modello di sviluppo economico in questo momento, ma occasione di cogliere una opportunità mediante la novità della perequazione per rigenerare degli equilibri.

Comque, tornando al caso di Milano, vi informo che il Consiglio Comunale, nella seduta del 21 novembre 2011 (Delibera n. 60), ha approvato la revoca ai sensi e per gli effetti dell'art. 21 quinques della legge n. 241/1990 e s.m.i., della deliberazione consiliare n. 7 del 4/02/2011 avente ad oggetto "Controdeduzioni alle osservazioni e approvazione definitiva del Piano di Governo del Territorio articolato nel Documento di Piano, nel Piano dei Servizi e nel Piano delle Regole, ai sensi e per gli effetti dell'art. 13 della L.R. 11 marzo 2005 n. 12e s.m.i.".
La trovate sul sito del Comune di Milano, al seguente link:

http://www.comune.milano.it/portale/wps/portal/CDM?WCM_GLOBAL_CONTEXT=/wps/wcm/connect/ContentLibrary/ho bisogno di/ho bisogno di/PGT_EMENDATO&categId=com.ibm.workplace.wcm.api.WCM_Category/IT_TAX_Bisogni_37/f789020044a9ba01b691bfa6efd47d08/PUBLISHED&categ=IT_TAX_Bisogni_37&type=content