lunedì 11 aprile 2011
PGT - Proposte per il (massacro del) territorio
Questo il titolo di un articolo letto il mese scorso e che trattava dei contenuti del nuovo piano di Governo del Territorio di Milano. Analizzando il primo capitolo del Documento di Piano del PGT di Milano, si tratteggia da subito la contraddizione tra città multicentrica e città metropolitana. E' venuto anche l'architetto Boeri a Cinisello Balsamo a "tentare" una spiegazione del ruolo cardine della provincia milanese sul piano metropolitano, ma è del tutto evidente la contraddizione tra il modello urbanistico di città multicentrica (ovvero per luoghi riconoscibili, polari) e il modello urbanistico di una crescita radiale della città (che parte da un fulcro e si dirama). E la storia di Milano non è quella di una città proiettata nel futuro in forma reticolare, eppure questa è la visione urbanistica proposta dal nuovo piano. E' impensabile che si possa raccontare l'origine della storia della città di Milano in poche battute e quindi mi risparmio e devito di tediarvi con la storia della Milano Romana, e vi rimando ad un testo, quello di Paolo Mezzanotte, perchè preferisco concentrarmi su questo tema: come restituire autonomia e identità alle urbanizzazioni più "periferiche" che metropolitane? Milano negli anni tra fine del 1900 e prima decade del nuovo secolo vede alcuni grandi progetti di area vasta, che interessano grandi trasformazioni del territorio, e sono i casi dei progetti di City Life (area fiera), o dei quartieri Rho-Fiera, Rogoredo, Santa Giulia, Rubattino, Bicocca, Garibaldi-Repubblica, Bovisasca e altri ancora. Ma rispetto ai Piani Urbanistici del 1800 (piano Beruto, e altri) fondare la conformazione strutturale della città che verrà, non sullo spazio pubblico, ma sulla scelta di costruire a tutto spiano strade e autostrade imponendo il predominio (o meglio, la prevaricazione) del trasporto privato e su gomma, rispetto alla mobilità sostenibile, dice tutto della misura delle scelte che verranno. Questo concetto è chiaro: ripensare alla città come parte di un assetto sovraordinato, di livello superiore rispetto ai confini amminsitrativi della città, diventa un alibi ideologico per continuare a consumare suolo e, banalmente, diciamolo, risorse, in una improbabile nuova realtà amministrativa che molti desiderano, forse più per trovare una nuova collocazione (sia politica che economica) in un nuovo ente pubblico, dove sprecare altre risorse. Milano non è un villaggio gallico, ma neanche una megaolopoli. Dice G. Natale: "Milano, città "poilifonica", straordinario caleidoscopio denso di criticità e opportunità", "sottolineare le identità e le specificità dei quartieri.." è ingannevole retorica dentro una visione prevalentemente qualitativa della crescita urbana". Il governo della città che esula da un programma urbanistico studiato con gli urbanisti, e che si fonda sulle individuali proiezioni di questo o l'altro assessore in transito, non dura, e non deve durare. Non sarebbe più oculato ponderare Milano insieme alla sua provincia come un insieme di più città? Riequlibrare il rapporto con i centri urbani contermini con un modello democratico e non subalterno ad un vertice, orientato alla sostenibilità infrastrutturale, ambientale, economica, sociale e culturale potrebbe essere il metodo per cambiare il rapporto con le identità locali. Mai smetterò di demolire un concetto venduto come significativo che è quello della "densificazione" urbana quale modello di sviluppo. Non è mistificatorio teorizzare la densificazione, cioè la crescita della città nella città, come risposta alla necessità di ridurre il consumo di suolo? Densificare non significa favorire la costruzione di una città multicentrica, piuttoso favorire quella monocentrica. Il tanto non è il come, e il troppo non è sostenibile, direi, che ne pensate? Nel nuovo PGT di Milano è chiaro come scompaia l'interesse generale e ci si affidi totalmente ad una logica di massimizzazione, quella del libero mercato, ma ne scriverò in un prossimo post. Si mercifica tutto, oramai, anche la città è in (s)vendita.
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