venerdì 24 giugno 2011

COGENERAZIONE PADERNESE...GUAI IN VISTA....



Che diavolo succede a Paderno Dugnano, e cosa ci mancava, due (o più) impianti di produzione energetica tra le case?
Belli (ma non troppo) i rendering, come sempre decontestualizzati per far capire il meno possibile a tutti.

Leggo dal volantino ricevuto questa mattina, che un primo impianto si collocherebbe in Via Pepe, a Nord di Villaggio Ambrosiano, il secondo ad Incirano, tra Via Serra e Via Buozzi.

La Amministrazione padernese vuole fare installare impianti di co-generazione in tutta la città (sarebbero 8 gli impianti), a società private, ma senza affrontare la dimensione del problema, ovvero aprendo un dibattito aperto e chiaro con la cittadinanza (nelle altre sedi, quelle istituzionali, la AC si muove come ritiene, nell'interesse della collettività intendiamoci, ed in questo caso nei confronti del cittadino l'informazione è più che doverosa visto che si tratta di decisioni che graveranno sul territorio per decenni.

Cogenerazione, ma con quale combustibile?
Biomassa, scarti di lavorazione e altri processi, olio vegetale, gas naturale?
NON E' DA POCO QUESTA SCELTA!

Ed è il DPCM 02/10/1995, concernente la disciplina delle caratteristiche merceologiche dei combusitbili, ad assumere rilevanza e dare indicazioni in tal senso, ai fini dell'inquinamento atmosferico e delle caratteristiche tecnologiche degli impianti di combustione, perchè di questo si tratta.

Scendiamo nel particolare:
1° LA COGENERAZIONE NON E' UNA FONTE DI ENERGIA RINNOVABILE
2° LA COGENERAZIONE E' UNA FONTE "ASSIMILATA"
3° A SECONDA DELLA DIMENSIONE CI SONO IMPIANTI SOGGETTI A VALUTAZIONE IMPATTO AMBIENTALE OPPURE NO
4° SI TRATTA DI UN GRANDE IMPIANTO CENTRALIZZATO DI MAGGIORE EFFICIENZA RISPETTO AGLI IMPIANTI CONDOMINIALI, MA CHE COMUNQUE PRODUCONO INQUINAMENTO
5° SI COLLOCANO IN GENERE IN AREE NON DENSAMENTE URBANIZZATE, SPESSO IN AREE A VOCAZIONE INDUSTRIALE E/O A SERVIZIO DEGLI STESSI
6° IL COMBUSTIBILE SCELTO PUO' ESSERE PIU' O MENO INQUINANTE

E' il Ministero dell'Ambiente, di concerto con il Ministero della Sanità e dell'Industria e Commercio che (con Decreto del 25/08/2000) stabilisce quali siano i metodi di controllo delle emissioni in atmosfera degli impianti industriali, e questo impianto è soggetto a questa normativa.

Ora, viste la caratterstiche tipo-morfologiche della città di Paderno Dugnano, è presumibile che gli impianti di cui si parla, saranno in gran numero (almeno uno per quartiere).
E mi pongo una domanda, credo più che lecita, che va oltre le considerazioni sulla struttura della città: non è che la scelta che si propone la AC è condizionata dal fatto che un impianto (o due) di maggiore taglia (o di altra tipologia) sarebbe/ero troppo impattante/i per la città?

Saranno gli Enti locali delegati a trattare la materia, ed interessati nella procedura di autorizzazione, a deputarne la corrispondenza e la messa in esercizio, non il Comune di Paderno Dugnano.
Ci sono tante regolamentazioni in merito e vi cito alcune prescrizioni generiche che di solito trattano questo tema, che sono prescrizioni legate alla Autorizzazione Provinciale che potrebbe venire rilasciata, se la DCC p.v. darà mandato ai settori di procedere, mentre in Provincia di Milano dovrebbe essere il settore "Qualità dell'aria, rumore ed energia" delegato al rilascio della "Autorizzazione Dirigenziale".

Tornando alle generiche prescrizioni (da verificare a seconda del tipo di impianto e combustibile):

A. l'impianto deve garantire il rispetto del DPCM 1997 sui Requisiti Acustici Passivi
B. Il motore a combustione interna dovrà rispettare i limiti alle emissioni per
- NOX + NH3 (NO2) - val. limite 100 mg/Nm3
- CO (monossido di carbonio) - val .limite 200 mg/Nm3
- i limiti di emissionoe saranon misurati a valle del motore, all'uscita dopo il sistema di abbattimento
C. Il motore dovrà disporre degli analizzatori in continuo di CO e O2, con regolazioni automatiche
D. Il motore, collegato ad una Canna Fumaria Indipendente dovrà emettere fumi ad una velocità di 15 m/s
E. L'altezza dei camini, dovranno rispettare le norme vigenti ovvero essere distanti (solo) 10 metri da ostacoli orizzontali e ad una distanza compresa tra 10 e 50 metri da aperture di locali abitati, con un delta di ulteriori 10 metri di altezza dall'ultima finestra apribile in prossimità
F. Le caldaie dovranno rispettare limiti di emissione inferiori a quelli del prce.te punto B)
G. Saranno da svolgere prove ante operam per la valutazione da mettere a confronto con le misure da esegursi successivamente all'avvio dell'impianto, mediante misure fonometriche.

Ad installazione avvenuta, il gestore dovrà produrre referti analitici e "le analisi devono essere ripetute con cadenza da concordare con ARPA Lombardia e i dati tenuti a disposizione dell'autorità di controllo".

Questa la forma classica di gestione post operam di questi impianti.

Aspettiamoci un'altro Comitato caro Negrisoli, magari non ne sari felice, ma questo modus operandi è proprio sbagliato... i cittadini vogliono sentirsi tutelati non messi sotto pressione.

E lo hanno fatto in molti, con il referendum, ma come possiamo notare, in sfregio alla maggioranza (assoluta) degli elettori, si pianifica una nuova operazione al limite del consentito.

Come giustamente fa notare Abbati con il commento al mio post di ieri, mi chiedo se sia lecito assegnare un servizio di questo tipo ad una società privata, visto l'esito referendario.

Preparatevi, che probabilmente passerà la Delibera in consiglio ma ci sarà poi una (o più) conferenza/e dei Servizi che interesserà/anno il Comune, la Provincia, la Regione, l'ARPA, la UO della ASL, l'Ufficio delle Dogane, e il Gestore della rete e i CITTADINI.

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