Due le grandi "emergenze" ambientali di Paderno Dugnano.
Il torrente Seveso e il Parco Agricolo Grugnotorto Villoresi.
Il primo è stato oggetto di studi anche del Politecnico di Milano, ma ai più è noto alla cronaca non come fiume, quanto come "fogna a cielo aperto".
Il nord produttivo usa e abusa, in modo spregiudicato, questo torrente che, assieme al Lambro, non ha una buona nomea.
Il Seveso fa un lavoro sporco, talvolta da collettore degli scarichi della produzione (ancora oggi cambiando colore dell'acqua per la presenza di sostanze mai identificate dai tecnici intempestivi dell'agenzia regionale di protezione dell'ambiente) o a volte, come è capitato di recente con lo sversamento volontario di idrocarburi, per attività illecite e ne ha scritto anche il Blog padernese Padernoforum.
Ricordiamo che sia nel periodo esitivo che autunnale, per le precipitazioni tipiche in questi periodi, si sono manifestati problemi idraulici che hanno causato forti percussioni sul territorio padernese.
Una risorsa quindi ma anche un problema, serio direi.
Le caratteristiche idrauliche, in corrispondenza della zona Niguarda non consentono all'acqua di defluire in modo normale e quindi allagamenti e altri danni se ne contano sempre, ma questo dipende dal fenomeno della urbanizzazione che non lo ha salvato, anzi.
Le leggi di tutela in Italia sono tutte abbastanza recenti, ed in particolare la prima ha circa 40 anni, ed è la Legge Galasso.
Abbiamo però un commissario straordinario, che è lo stesso titolare della baracca che dovrebbe sovraintendere ordinariamente su questo torrente, ma ad oggi non sappiamo con certezza quale strategia voglia adottare, oltre che garantire a Milano la sopravvivenza, impegnando in modo importante aree nel comune di Senago, ed a confine con Paderno Dugnano.
Credo sia il momento di programmare un progetto di riqualificazione che consenta soprattutto di valorizzare questa risorsa paesistica, e lo si deve fare al più presto, per esempio istituendo il Parco del Seveso con una regolamentazione adeguata.
Il secondo, il Grugnotorto-Villoresi è un parco agricolo, che ha la caratteristica di essere sovracomunale, una vera risorsa tra le aree densamente urbanizzate del nord.
Ed è una risorsa in quanto è un'area vasta piuttosto libera, nonostante i diversi elementi di "tensione" (poichè, in parte interrotta da strade e autostrade, o da attività produttive anche insalubri, ed all'interno del quale è presente un inceneritore, ed altro ancora), e che ha già una rilevanza territoriale e una dimensione pari a 8 kmq, il 50% in pià del Parco Nord.
Il Parco è attraversato in direzione est/ovest dal canale irriguo Villoresi.
Ma il Grugnotorto, in origine il gran't ort (grande orto), oggi ha un problema che lo accomuna al torrennte, è figlio di un Dio minore. Come il Seveso, abusato e sfruttato all'impossibile, anche il parco agricolo non ha una tutela di fatto.
La proposta è quella di chiederne il riconoscimento ed una tutela di ordine regionale.
Ottenere tale traguardo permetterebbe di avere un presidio fisso (di guardie regionali) all'interno del parco e, con i fondi che la Regione indirizzerebbe agli enti locali, contenere il fenomeno delle discariche abusive, oppure avviare progetti di rinaturalizzazione, secondo le previsioni del Piano Territoriale sia Provinciale che Regionale, strutturando il parco e incentivando l'uscita delle situazioni di incompatibilità (che si dovrebbero mappare con uno studio volto alla formazione di un quadro conoscitivo).
Esiste una proposta di continuità territoriale dei parchi del nord Milano e Brianza centrale che è promosso dai colleghi Pileri, Lanzani, Padoa Schioppa, ed altri, e che vede una concreta proposta di connessione tra tutte le aree a parco dell'area metropolitana.
Un freno al consumo di suolo come ha giustamente detto di recente il neo presidente della Provincia di Monza e Brianza.
Partiamo con promuovere un alto grado di tutela a livello locale e garantiamo questo come obiettivo primo per il PGT, che ne dite?
Nessun commento:
Posta un commento