lunedì 10 novembre 2014

MILANO: APPROVATO IL NUOVO REGOLAMENTO EDILIZIO - VIVA LA SEMPLIFICAZIONE

Il giorno 6 novembre 2014 è stato pubblicato, sull'albo pretorio del Comune di Milano,
il nuovo Regolamento Edilizio di Milano.

Al presente link dello Studio Belvedere si può leggere la delibera di pubblicazione.

Alla lettura della Delibera di adozione ho scorso tutte le quasi 500 osservazioni e controdeduzioni.
Siamo ora in attesa della pubblicazione sul BURL della Regione Lombardia, che lo renderà operativo, nel frattempo lo scorso venerdì ho partecipato ad un corso specifico, relativo alla applicazione dei titoli edilizi con il nuovo regolamento, 
tenuto dagli Archh. Sordi, Viganò, Sghor, Porta.

Rispetto alla presentazione, abbastanza chiara e molto tecnica, riscontro poi nel testo deliberato alcune questioni dibattute tra alcuni enti, tra cui l'ASL e il Comune di Milano che dicono molto della "filosofia" da regime della negazione dei diritti che ormai governa il settore.

Già con i PGT ci si trova a dover affrontare testi di una complessità formale inaudita, costretti a lavorare su più piani, ora anche il Regolamento Edilizio, che di solito è lo strumento di attuazione e semplificazione che traduce le casistiche a norme attuative inerenti gli alloggi, la salubrità degli stessi passando per norme di carattere igienico-sanitario, morfologico e costruttivo, 
è diventato un trattato ideale.

Qui tutti si dimenticano di un principio di DIRITTO URBANISTICO fondamentale, ovvero che tutto quanto non è vietato (normato) è permesso e allora giù con valanghe di articoli ed articolazione degli articoli, tutto funzionale alla sanzione (aumentata) in ogni caso possibile.

Vi riporto quindi questo commento ponderato su alcune articolazioni assurde che il regolamento presenta, e che discosta ancora di più dalla realtà il legislatore e i tecnici che dovranno applicarlo.
E si tratta di soppalchi, vespai, servizi igienici ciechi, utilizzi dei seminterrati, procedure preliminari, e altro ancora, che si presentano con una generalizzata ulteriore 
costrizione delle previsioni del Vigente Regolamento.

Insomma la critica è agli estensori che in preda alla furia di redigere il "documento perfetto" hanno editato un documento fine a se stesso, con una complessità strutturale non indifferente.
Non che non si sia in grado di codificarne i contenuti, anzi, dopo circa 20 anni di esperienza sul Comune di Milano si rendono proprio evidenti queste assurdità proprio a chi ci lavora da decenni.

Insomma la semplicità è un arte per pochi eletti, e di Vitruvio oggi non ce ne sono in giro molti.