giovedì 20 ottobre 2011

INTERRAMENTO SP46 - RHO MONZA - Ecco il Nuovo Progetto che verrà presentato oggi da Milano Serravalle


E' previsto per oggi 20 ottobre, dalle 14.30, l'incontro conclusivo presso la società Serravalle, dove presenteremo la soluzione esaustiva sul tema dei flussi per la tratta padernese.
Vi pubblico in anteprima il tracciato che mi ha trasmesso l'ing. Calcinati, ed in stretta analogia a quello presentato come proposta nel dicembre 2009 al Tavolo Tecnico "prima versione", vi anticipo che si mantengono suddivisi i flussi tra Milano Meda e Rho Monza.
La novità sta nel fatto che la Galleria verrebbe realizzata con Paratie e non con perforazioni complesse come quelle della TBM, ma questo sia per coniugare la fattibilità sia Tecnica che Economica e tagliare la testa al toro, sia per rendere eseguibile alle imprese già qualificate per l'esecuzione di opere più "tradizionali" (quelle che hanno partecipato alla gara di appalto) sia per evitare di dover annullare l'appalto in corso e riqualificare altre imprese per indire una nuova gara di appalto.
Sarà presentato anche il nuovo Computo estimativo, con costi parametrici che individuano, ad esempio, in 39.000 €/metro lineare la soluzione nel lotto Paderno D.no, non molto distante dal costo con TBM (45.000 €/ml) e quindi del tutto credibile.
La proposta tiene naturalmente conto delle aspettative dei residenti del Villaggio Ambrosiano in quanto il punto in cui termina il tunnel non vede uscire la autostrada, ma la prosecuzione della stessa in trincea sino a sottopassare la via Comasina. In tal senso è anche pensabile una variazione dei capitoli di spesa del conto economico (detraendo la quota delle barriere acustiche dalle "mitigazioni ambientali" e spostando tali oneri vs. la realizzazione della estensione della copertura del tratto in trincea sino alla Comasina) per eliminare ogni residua resistenza da parte del territorio.
Il disegno è comunque uno schema progettuale e non un progetto esecutivo di dettaglio pertanto queste istanze sono tenute in debito conto ma non apprezzabili nel disegno che vedete sopra.

mercoledì 19 ottobre 2011

Court de Pecc, o dei pecc..ati?



Il pozzo di Cascina De' Capitani D'Arzago

Una querelle improntata tutta tra localismo e il vernacolare.
Con stupore su Il Giorno di oggi trovo un paginone su Paderno D. che fa da eco alle proteste dell'opposizione sulle sorti di una cascina storica padernese.
Si tratta di un Piano di Recupero, che non è stato portato in Consiglio Comunale (di qui la diatriba sul confronto con la città), in aderenza però alle disposizioni legislative vigenti (LR12/05) che delegano la Giunta Comunale alla approvazione di questi piani.
Ho pensato subito ad alcune osservazioni lette sul Blog di C. Arcari, che manifestava le critiche sull'intervento espresse anche dall'ex sindaco Massetti, e rileggendo quel testo mi ha in effetti lasciato perplesso il fatto che in "tre commissioni consiliari territorio quasi tutti i componenti, compresi esponenti della PDL, avevano espresso parere non positivo sul progetto" e che i componenti di tali commissioni avessero chiesto all'Assessore all'Urbanistica di formulare proposte diverse.
Certo dal punto di vista della collettività la "proposta Massetti", non esclusivamente per le destinazioni residenziali, ma con l'inserimento di altre attività come "laboratori per artigianato locale e di pregio per i giovani, in collaborazione con l'AC, e l'aia in uso al pubblico per manifestazioni socio-culturali" era decisamente più articolata, dinamica, insomma interessante.

E trovo in rete, un commento su un'altra cascina di Paderno, la Cascina Glucosio.
"Un caso esemplare, paradigma della trasformazione della vita economica e della rifunzionalizzazione della corte, è la Cascina Glucosio a Paderno (costruita tra il 1855 e il 1897), la cui parte nord e le ali parallele alla strada costituivano la cascina vera e propria, mentre il corpo meridionale era sede di una fabbrica per la lavorazione dello zucchero. La cascina divenne progressivamente una residenza operaia che ospitava i lavoratori dello zuccherificio e delle altre fabbriche locali" (le storie di MUVI), insomma è il caso di una cascina che si trasforma in una icona neo-realista, luoghi di vita e lavoro, non case borghesi ma luride, con le latrine sul ballatoio, vere testimonianze di una vita che era così, dura, sporca e per gente semplice, per gli operai dello zuccherificio, che hanno provocato loro stessi una sorta di "cambio d'uso", di rifunzionalizzazione della Cascina stessa.

La Cascina De' Capitani D'Arzago ha un aspetto molto più siginificativo sotto il profilo architettonico di altre del nostro territorio e questo la rendeva effettivamente meritevole di uno studio più approfondito, non solo scenografico, tantomeno oggeto di trasformazione per i pochi che la godranno andandovi ad abitare.

Ma di trasformazioni anche più gravose se ne sono viste ovunque, soprattutto nei Piani di Recupero dove si pratica anche la totale demolizione dei corpi di fabbrica originali per ricostruirli ex-novo e come ci sono state in passato, ci saranno sempre, perchè nonostante i beni in questione si chiamino "immobili" le società in cui si collocano sono molto più "mobili" di quello che pensiamo.
Traggo per ora dall'articolo su Il Giorno di oggi, 19 ottobre, un commento dell'assessore all'urbanistica: "Nella vecchia parte residenziale ci sarà un restauro conservativo per farla tornare agli antichi splendori. Verranno demoliti fienili per realizzare i garage interrati - in modo che non gravitino sulla città - ma saranno ricostruiti con lo stesso materiale".
Non per questo ritengo sia necessario stracciarsi le vesti per un progetto che ai più non è noto e magari rappresenterà anche la valorizzazione della struttura originale, visto il parere favorevole della Soprintendenza, certo le funzioni solo residenziali sono molto discutibili, ma chi è il proprietario dell'immobile, la Amministrazione Comunale?

PADERNO D. - NUOVE MODALITA' DI ACCETTAZIONE DELLE PRATICHE



Ringrazio personalmente G. Giuranna che sul suo blog qualche giorno fa ha pubblicato un avviso interessante.
Domani, GIOVEDI' 20 OTTOBRE, alle ore 15.00, presso la Sala Consigliare, verranno presentate le "nuove modalità di accettazione delle pratiche".
Non ho ricevuto l'invito, forse la posta è in ritardo, ma il Vicesindaco Bogani sa che sono un professionista Padernese, pertanto confido nel recapito della convocazione, ciò nonostante non potrò presenziare e manderò un collaboratore, come penso faranno altri professionisti.

L'iniziativa è sibillina, o meglio, verte, ma non verte, come dichiara lo stesso vicesindaco, alla semplificazionie delle procedure ed ai reciproci vantaggi attesi.

Per fare un esempio, in Comune a Milano la valutazione delle pratiche avviene al momento della protocollazione, previo appuntamento (informatico o telefonico) e sia per gli aspetti amministrativi, interessando i colleghi di tali uffici, sia proseguendo con l'esame e accettazione da parte del tecnico istruttore.
E' già una procedura farraginosa, anzi per alcune pratiche più articolate è sfinente perchè si deve acquisire il visto Amsa, poi andare dal RdP per verificare la attribuzione delle Valutazioni in caso di Esame Paesistico, viene poi assegnato il numero di protocollo su un documento da presentare alla cassa per l'acquisto dei diritti di segreteria, infine ci si reca con la stessa ricevuta e i diritti nuovamente dall'amministrativo e si ritira la copia con il protocollo.

Con l'introduzione delle SCIA e con le leggi di semplificazione, gli uffici della PA dovranno attivarsi per la ricezione anche elettronica delle stesse, speriamo si facciano passia avanti a Paderno Dugnano, anche guardando alle esperienze delle altre Amministrazioni.
A domani.

venerdì 14 ottobre 2011

FOTOVOLTAICO: UN PADERNESE CI INVITA AD UNA RIFLESSIONE PERTINENTE



Volentieri pubblico in forma di POST questa riflessione di un cittadino padernese, Gianni Rubagotti: "non ti sembra una bestemmia che il fotovoltaico invece di riempire i tetti, magari degli edifici comunali e nelle villette, vada a togliere terreno all'agricoltura come successo a Senago? Questo agosto ho fatto un giro in bici per Paderno e ho la sensazione che considerata la nostra zona c'è ancora tanta agricoltura: si va dall'orticello della villetta alla Cascina dell'Uccello. Ma è frastagliata e spesso crea sprechi...il futuro sembra renderà sempre più difficile l'arrivo di alimenti da lontano sia per il prezzo e la disponibilità del petrolio sia per la sempre maggiore povertà della nostra popolazione. In questo quadro non dovremmo puntare sul kilometro zero o quasi invece di eliminare terreni agricoli?"

Concordo in parte e ritengo che una questione sia da porsi, senza resistenze e senza proclami ideologici sui temi del "progresso si, progresso no" piuttosto che sventolare il dogma della conservazione a tutti i costi.
E in tal senso rispondo alla domanda: non credo certo si tratti di una "bestemmia" collocare un impianto fotovoltaico anche in una area libera e non lo credo perchè credo fermamente che sia più sostenibile una installazione fotovoltaica, anche non integrata nell'edificio, rimandando questa installazione ad un modello di Sviluppo appunto Sostenibile. Preferisco che il sole colpisca un pannello e produca energia piuttosto che sgrullarmi delle modeste conseguenze del caso, anche perchè c'è la soluzione, ed in Campania (che non è il terzo mondo, come molti credono), ma anche in Irlanda e in altri paesi "sottosviluppati" ci si è ingegnati per coniugare le due cose.



Esempio di serra con fotovolatico - Molise

Tornando al merito della domanda, aggiungiamo qualcosa.
Credo che il "paesaggio" di Paderno Dugnano o Senago, non sia/siano certo rappresentato/i dalla sola realtà agricola.
Anzi, nella storia della città e dei sette quartieri le caratterstiche morfologiche anche del territorio indica dinamiche sostanzialmente differenti.
A Senago c'è una presenza importantissima come il Parco delle Groane (Parco Regionale) e tra i primi rilievi orografici, sebbene di modesta elevazione o depressione, è l'uomo che vi ha costruito una villa che però riconosciamo come valenza ambientale e paseaggistica, mentre a Paderno D. il territorio è pianeggiante, e le presenze ambientali non contigue, il territorio frammentato. La città di Paderno D. ha una estensione pari a quella di Cinisello B.(che ha più del 70% del territorio occupato) mentre la nostra città si ferma poco sopra il 50%. E spesso sono le infrastrutture a causare le criticità ambientali e le interferenze con i territorio. L'elemento più significativo del "paesaggio" di Paderno può essere il Viale Bagatti Valsecchi, con la villa (su territorio di Varedo) a simboleggiare una realtà simbolica, paesaggistica ed ambientale meritevole di attenzione.
Se poi si vuole immaginare che la citta oggi debba essere quello che c'era nel 1700 il discorso è molto differente, qui non si tratta più di nostalgia o di amor del vero ma di ignoranza storica.
E' la Rivoluzione industriale che ha indotto i cambiamenti che conosciamo e ancora oggi la rivoluzione informatica o quella tecnologica che spingono in altre direzioni, ma anche e soprattutto la crisi economica.
E l'economia del secolo scorso era quella basata sul petrolio e purtroppo lo è ancora oggi nel 2011, ma vogliamo cambiare indirizzo.
Il singolo campo agricolo, più o meno residuale che sia, sebbene ne riconosca la valenza anche e solo al fine del mantenere "aperto" l'edificato, in un tessuto che è già densamente urbanizzato, mi chiedo se sia veramente sacro e intoccabile?
E' quel campo che rappresenta tutta la storia ed il passatto della nostra città o della comunità locale (non del singolo)?
Queste sono le valutazioni che avrà fatto la Commissione deputata alla valutazione di compatibilità in un paesaggio che, forse non ce ne siamo ancora accorti, si è fortemente trasformato ed è stato anche produttivo, industriale, terziario e residenziale. La stratificazione delle trasformazioni della città, in lotta con il suo limite, è già parte integrante del paesaggio, è il paesaggio urbano.
Diversamente anche un centro sportivo non sarebbe congruo con le aree destinate a parco, ed è il caso del Parco del Grugnotorto, parco che in passato era denominato così perchè era il gran't ort, l'orto di Milano, il grande orto.
Di quel grande orto oggi abbiamo una miscellanea di "elementi di pregio" nel paesaggio come cave, alcune riqualificate ma che rappresentano anch'esse un paesaggio "artificiale", altre ancora in esercizio, e ancora cinema, magazzini, attività o vivai, come quelli della Steflor, residenze per anziani, ed anche aree coltivate, campi da golf e parchi attrezzati o tematici, siti produttivi come l'Eureco, e altro ancora.
Tutto questo non produce alimentazione a km zero, eppure sono destinazioni presenti nei parchi, anzi le mire di alcuni altri portano su un altro livello questa questione, e vi invito a riflettere in merito.
Perchè si vogliono installare pirogassificatori nel Parco Grugnotorto?
Chi ha l'interesse a trasformare la coltura per la alimentazione umana in produzioni di bassa qualità destinate alla produzione di biocombustibili?
Caro Rubagotti, oggi il Parco Grugnotorto è considerato una risorsa, e il signficato di risorsa è diverso da persona a persona.
Per me risorsa è quel qualcosa da tenermi caro.
Per altri la risorsa è qualcosa cui attingere per un mero sfruttamento.
E il parallelo con il campo con il parco fotovoltaico è sostanzialmente diverso, perchè questo è un esempio di utilizzo della risorsa (a tempo, perchè dopo 20 anni il conto energia termina) che è segno di una civilità che ha la consapevolezza del valore del territorio, diversamente chi impedisce di collocarvi un generatore a bio-massa oppure una centrale a biogas?
Per concludere, penso che il valore di una area agricola (da conservare o meno) è legata alla contiguità con altre aree aperte che la rendono produttiva, diversamente essa rimane un residuo. Collocarvi un campo fotovoltaico magari la preserva dalla edificazione per almeno 20 anni, senza togliere nulla alla coltura che si può comunque condurre sul terreno, elevando molto semplicemente i pannelli su strutture più alte dei mezzi in uso agli agricoltori.

Nella pratica poi se ne occupano le Commissioni di esperti che valutano la compatibilità del sito e del progetto che si prevede di installare nel Paesaggio, ed in ogni amministrazione si valutano ed accettano o diniegano anche tali installazioni. Talvolta quello che per le amministrazioni locali non è gradito, e viene respinto, viene comunque installato o realizzato (casi simili a Paderno si contano su più di due mani) anche perchè non è detto che non sia "compatibile", ma semplicemente deputato ad altri soggetti o enti interessati.
Sono quindi le commissioni del paesaggio a valutare se l'impianto o la costruzione o altro, sono compatibili con il territorio. Ed è anche vero che se gli impianti in questione superano la "taglia" di 1 MW (1 milione di kilowatt ora) il parere lo rilascia il competente ufficio Provinciale e quindi le valutazioni sono sempre soggette alla analisi ed a valutazioni specifiche.

C'è poi da capire anche se, per questo stesso motivo, dobbiamo perseguire nello sfruttamento delle risorse (ancora per quanto?) petrolifere oppure cambiare economia.
Perchè di questo si tratta. Non si ricordano i danni e le devastazioni di un modello di sviluppo incentrato sul petrolio, ma si ricordano i potenziali danni per le sottrazioni dei terreni per l'agricoltura?
Mi sembra eccessivo, e mi sembra invece scandaloso proseguire a giocare ai soldatini promuovendo azioni di guerra, e partecipandovi, per poi mettere le mani sui piani di ricostruzione o sulle altre "risorse" e le ricchezze (come il petrolio) dei paesi in crisi.

Puntare sul Km zero, e sulla agricoltura a "Km Zero" in periodo di crisi, ma non solo, è una scelta altrettanto condivisibile poichè riscopriamo la produzione locale, riduciamo i costi, i prodotti tagliano i passaggi della distribuzione e dei trasporti a grande distanza, ed in teoria riduciamo l'inquinamento con comportamenti consapevoli.
La sintesi è banale ma le due attività possono sempre coesistere e non arrecare danno le une alle altre.
Il terreno di cui si parla sei certo che sia stato "tolto all'agricoltura"?
Non è che è semplicemente stato diversamente destinato dall'agricoltore verso un diverso modo di produrre redditto?
L'agricoltore non è che coltiva la terra solo perchè ama le piantine o gli piace guidare il trattore, ma perchè è la sua fonte di redito, il suo lavoro.
Dovremmo chiederci perchè l'agricoltore non si è "aggiornato" qualificando la produzione verso prodotti a km zero, e non metterlo in antitesi con il fotovoltaico, non ha senso.
L'alterantiva sono gli inceneritori o la cogenerazione per produrre calore e riscaldamento o i trigeneratori per produrre anche energia elettrica, ma con quale "peso" per il territorio (urbanizzato) e per la popolazione, in questi altri casi?

PGT PADERNO - AFFIDATO AL TEAM D:RH L'INCARICO

L'altro ieri, 12 ottobre, era prevista l'apertura della busta "C" con la Graduatoria Provvisoria dei professionisti concorrenti per l'affidamento dei Servizi Attinenti all'Urbanistica per la Redazione degli atti costituenti il Piano di Governo del Territorio.

E ' pubblicata ieri sul sito del Comune di Paderno D. l'intera gradutatoria, e l'aggiudicatario che è arrivato primo, è costituito da un raggruppamento temporaneo di imprese denominato:

RTI Team D:RH e altri
Vedremo chi saranno i professionisti definitivamente incaricati in quanto si devono verificare i controlli prescritti dal bando per l'aggiudicazione definitiva.

Anche al secondo e terzo posto si collocano dei Raggruppamenti Temporanei di Impresa.

martedì 4 ottobre 2011

GIORNATE ANTISMOG - DOMENICA A PIEDI E... IN SETTIMANA?

Pisapia, il sindaco di Milano scrive ai sindaci dell'hinterland.
Concordare le giornate ecologiche.
Letto in tal modo sembra ci sia all'orizzonte un programma di eventi culturali a tema, e forse è proprio così.

In verità le "giornate ecologiche" sono le uniche azioni di contrasto al forte inquinamento da PM10 che attanaglia Milano e Provincia.
E il piano antismog prevede (forse) anche lo spostamento in avanti dell'avvio degli impianti termici di riscaldamento, anche se dal prossimo weekend arriveranno i primi grandi freddi della stagione, come era immaginabile, vanificando forse queste previsioni.

Insomma l'inquinamento a Milano ha fatto suonare più di un campanello di allarme: lunedì è stato l'undicesimo giorno consecutivo di polveri sottili fuori legge, e l'ordinanza dell'ex sindaco Moratti (ancora in vigore) scatta al dodicesimo.
Qual'è la novità del sindaco Pisapia, quindi?
Adottare una diversa prassi e contattare per mettere daccordo i comuni contermini o adottare nuove politiche di contenimento dell'inquinamento da ...particolato & co. ?
E il sindaco ha deciso di scrivere ai «colleghi» dell'hinterland per organizzare un incontro. «Mi scuso se saremo costretti ad agire senza aver avuto un confronto con gli altri sindaci - ha affermato Pisapia, a margine della festa dei vigili - ma questo è dovuto a un provvedimento della precedente amministrazione che noi intendiamo rispettare finché non ci sarà una modifica».
Ma a chi tocca cambiare questa ordinanza della Moratti, se non a Pisapia?
Nella bozza del piano anti-smog di Pisapia è previsto che le domeniche a piedi non siano più legate all’emergenza smog, ma siano calendarizzate in anticipo, come giornate di «promozione della cultura ambientale».
Bene, e le azioni strutturali quali sono?

L’assessore alla Mobilità Pierfrancesco Maran, nella seduta congiunta delle commissioni Trasporti, Referendum e Commercio a Palazzo Marino riguardo all’emergenza smog e al blocco del traffico domenicale, ha illustrato una bozza della nuova «Disciplina per il contenimento dell’inquinamento atmosferico», con cui la giunta Pisapia intende modificare quella attuale, varata dalla giunta Moratti lo scorso inverno.
La bozza prevede il blocco di tutti i veicoli - anche i meno inquinanti - nella Cerchia dei Bastioni dal lunedì al sabato dopo 14 giorni di superamento dei limiti di Pm10.
Finora era previsto, in caso di 18 giorni consecutivi di sforamento dei limiti, lo stop all’interno della Cerchia dei veicoli paganti Ecopass.

Le norme sono costrittive e più severe, ma saranno quelle risolutive?