lunedì 14 marzo 2011

PGT, L'ONIRICO - BOERI e la periferia che non cambia



Le foto non è delle migliori, ma la sala dei paesaggi è sempre splendida.
Siamo in Villa Ghirlanda e stranamente la serata si è presentata meno illuminante di quello che ci si aspettava.
Il tema della periferia "non periferia" non è stato trattato come immaginavo, con una diversa impostazione, nuove idee e spunti di riflessione o modelli urbanistici nuovi.
Dopo la proiezione di un bel video ispiratore in cui, il Presidente del Parco Nord, Arturo Calaminici, ci presenta un serio invito a riflettere sullo stato delle città e del paesaggio, si passa all'intervento dell'arch. Boeri.
Quattro cose, purtroppo scontate, che è sempre bene che la gente ascolti, ma che non aggiungono nulla al dibattito, sono state dette e sono quattro slogan:
1. No al consumo di suolo, che è una "risorsa", portatore di "valore" (mi sarei aspettato qualcosa in più, anzi su queste affermazioni c'è da riflettere)
2. Cinisello, come Sesto San Giovanni, ha/hanno una centralità (geograficamente ineccepibile) tra Vimercatese e Valle Olona
3. Serve un riequilibrio tra sfera rurale e urbana (come?)
4. Milano ha 900.000 mq di uffici sfitti, vuoti, e sarebbe meglio lavorare sulle aree dismesse, sugli scali merci (per ri-abitare spazi vuoti, anche se questo ha in se una contraddizione enorme, cioè vuol dire occuparne di nuovi)

La quinta è seria, ed è il tema della coabitazione tra uomo e ambiente (argomento trattato sempre come se l'uomo non ne fosse parte) che "è soggetta ad una visione antropocentrica".
Meno male che l'ordine naturale delle cose, e la natura stessa (animata o inanimata) un ruolo lo hanno nello stravolgimento continuo del territorio e qualcuno dovrebbe ricordarlo.
Il continuo e repentino consumo di terre libere, che per me non è solo una risorsa, ovvero un bene cui attingere, (piuttosto un bene da tutelare) causa dissesto.
Sempre più spesso ci si stupisce dopo che per 2 giorni di pioggia fiumi e torrenti straripano causando danni ingenti alla ....città.
Ma l'uomo i danni li ha causati in primis con il consumo della "risorsa" suolo, stravolgendo un rapporto che è da sempre studiato nella sua contraddizione più forte, la dicotomia tra città e campagna.
Siamo oltre il limite, si devono a questo punto attivare politiche di governo del territorio contrarie, di bonifica, di salvaguardia, e ne sono certo.
E' quindi il momento di fermarsi e riflettere, ma l'architetto Boeri, che è molto impegnato in progetti e studi o ricerche in tal senso, non ci ha presentato nessuna novità.
Al termine della serata non mi ritengo quindi soddisfatto, troppe le contraddizioni già nel passaggio più importante.
Resta comunque il valore di una sorta di dibattito continuo, aperto e franco tra professionisti, giovani, cittadini, associazioni e altri, ma che a Cinisello Balsamo c'è.

E in definitiva, anche se ho colto con favore l'invito alla sfida (tutta politica) nel pensare alla centralità geografica che Cinisello Balsamo può giocare come "modello" nuovo, non si è però capito con quali strumenti e con quali metodi.
Cinisello Balsamo è da sempre governata da amministrazioni di centro sinistra e gioca il suo ruolo importante nell'hinterland, ma su un piano che dal locale al generale cambia, e cambia perchè i
l governo Provinciale, come quello Regionale e Nazionale sono di orientamento opposto, e in questa dimensione come si possa portare maggiore o minore attenzione su Cinisello B.mo, fino a farla diventare promotirce di una innovazione non lo comprendo.
Come possa Cinisello diventare "protagonista di una nuova politica urbanistica" - come dice Boeri - con le questioni "calde" che presenta è altrettanto difficile da capire. Credo che di Cinisello conosca una realtà raccontata.
Per superare i particolarismi si deve puntare su progetti "sovracomunali", dice Boeri ad un certo punto. E noi tutti sappiamo che di sovracomunale c'è solo il Parco Grugnotorto, parco che fatica a decollare viste le scelte discutibili del passato che vedono un contenzioso frutto di contrazioni dei diritti e trasformazioni d'uso del territorio, oltre che una lenta, ma progressiva invasione di edifici nel parco che solo da Cinisello si è mossa e si muove in direzione di Cusano e Paderno D.no.
Passare ad una sfera sovralocale istituendo nuovi enti, Consorzi, strutture di Ricerca (es. il Pim) sovralocale e riportando sul piano provinciale la progettazione potrebbe essere l'alibi per affrontare scelte che localmente sono difficilmente perseguibili, a scapito del territorio e dei cittadini. Per fare questo la ricetta può essere quella della moltiplicazione della spesa pubblica, con la creazione di altre società partecipate nelle quali di pubblico resta ben poco?
Quale quindi il tema della serata?
La centralità della periferia che diventa area metropolitana, confusa e diffusa.
Cinisello, come tante altre città, è parte di una città continua, infinita (?), che si estende sino alla fascia prealpina (Como, Lecco) dove lo spazio agricolo vive in un conclave, chiuso, stretto tra le strade e le autostrade, vecchie e nuove e in continua espansione, e tra altri rimasugli del passato, del paesaggio, della ruralità, in una serie di tensioni e rapporti stravolti.
Il territorio è "trasfigurato" e spesso a causa di scelte discutibili operate proprio da quegli enti Provinciali e Regionali che non sono in diretto contatto con la dimensione locale.
Come fare a cambiare sistema?
Siamo ancora in tempo?
Quali modelli si presentano sul tavolo?
A queste domande alcuna risposta.
Preferisco un freno all'illogica allegria e non condivido l'invito a ragionare su scala maggiore.
Ci vuole un occhio attento (al territorio) altrimenti si diventa solo miopi e si causano danni irreparabili.







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