venerdì 24 giugno 2011

I MACRO COMITATI di M. Negrisoli: "Il problema sta a monte"

Facendo fatica ad inserire un commento interessante sul mio blog, Massimo NEGRISOLI, noto Blogger padernese, esco con questo Post per condividere, come mi ha chiesto di fare, il suo pensiero, avendolo io pubblicamente tirato in causa per un vecchio suo post in cui parlava di partecipazione, comitati e non solo.

Eccolo:

"Il senso del mio post al quale ti riferisci non era infatti contro la nascita di nuovi eventuali comitati, quanto piuttosto al fatto che il troppo stroppia e
alla fine esagerare può risultare controproducente disperdendo energie,
finalità e obiettivi, ... annacquando il tutto.
Ti faccio l'esempio del fachiro che se cerca di stendersi su un singolo chiodo viene
'infilzato' come tutti, mentre aumentando il numero degli spilli, la
pressione viene distribuita e il corpo sostenuto. Scomodo sicuramente,
ma non incisivo e efficace quanto il singolo chiodo.
Insomma, se si continuano a verificare condizioni tali da motivare la nascita di
comitati converrai che il problema sta a monte e probabilmente, usando
un tuo passaggio, questo modus operandi non sembra essere il più
giusto.
Probabilmente a questo punto andrebbero identificate altre
strade. Io convengo sempre sulla necessità di un maggiore impegno,
coinvolgimento e responsabilizzazione dei consigli di quartiere, il cui
compito sarebbe anche quello di operare come tramite tra cittadini e AC
veicolando il malessere e l'avversione dei primi verso decisioni della
seconda.
So che ovviamente è stata fin qui lapalissiana la totale avversione al decentramento e quindi, invece di numerosi comitati varrebbe forse maggiormente l'istituzione di macrocomitati che si sostituiscano al meccanismo dei consigli di quartiere.
In questo modo pochi collettori di energie, cittadini volonterosi, competenze e
contatti potrebbero tranquillamente sostenere la protesta cittadina
contro decisioni ritenute dannose e veicolarla all'amministrazione.

Queste sono solo due idee buttate lì al momento ma potrebbero emergere
altri approcci magari più validi ed efficaci.
Insomma, sospetto che in questo caso non valga più il detto: due is meglio di uan ma viceversa.

Poi che nessuno tocchi l'espressione assolutamente democratica dei
comitati se viene ritenuta maggiormente efficace e corretta
".

Interessante, ma i "macro-comitati" non sono una rappresentanza più estesa della comunità locale? Un comitato, spontaneamente nasce in merito ad un problema e lottando per una specifica risoluzione, mentre chi si occupa di più questioni prende un'altra forma, talvolta quella dell'associazione (partitica o a-partitica), come previsto dalla costituzione, a volte quella del movimento o del circolo.
Insomma i cittadini, anche quelli che non sono sempre attivi (se non in occasione delle elezioni), comunque leggono, ascoltano, seguono le vicende del territorio locale, e poi giudicano, con l'espressione democratica del voto, se la gestione politica-amministrativa, per le questioni locali, lo ha danneggiato o soddisfatto, e questo accade (o dovrebbe accadere) al di là delle ferme posizioni ideologiche.
Gli eletti naturalmente hanno un ruolo che gli è giuridicamente riconosciuto, ma c'è anche chi NON desidera sentirsi un "eletto" eppure partecipa e contribuisce, comunque incidendo sulla politica locale.
Quello che muove questi movimenti (scusate la ripetizione) cosa è se non il senso della Comunità?

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